Per la Giornata della Memoria
                           Da: www.liberarepubblicadisanlorenzo.it 27.1.2018
 

Le deportazioni naziste 1943 – 1944

 
Il 10 luglio 1943, gli angloamericani sbarcano in Sicilia per sconfiggere l'esercito fascista di Benito Mussolini e cacciare i tedeschi dall'Italia. 

Il 19 luglio, bombardano Roma (San Lorenzo), anche per intimidire il re.

Funziona. Il 25 luglio il re, spaventato, destituisce Mussolini, nomina Ba­doglio primo ministro e inizia a trattare con gli angloamericani. Ma poi, temendo la reazione dei tedeschi, scappa da Roma. Anche Bado­glio scap­pa, insieme ai suoi generali. I romani vengono lasciati tra le mani dello spietato capo delle SS tedesche, il tenente colonello Herbert Kappler.

 

Ecco Kappler, quando comandava sulla città di Roma (abbandonata dal re e dai ge­nerali) da luglio 1943 a maggio 1944.

 

Ecco Kappler, catturato dagli angloameri­ca­ni nel maggio del 1945. Fu incar­cerato in Italia da dove fuggì in Germania nel 1977.



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I Carabinieri

Per prima cosa, Kappler cercò di eliminare ogni possibile resistenza al do­minio tedesco.

I Carabinieri della Capitale furono il suo primo bersaglio: rifiutarono di ra­strellare la gente e di sop­primere le manifestazioni di protesta. Così, il 7 ot­tobre 1943, Kappler fece deportare nei campi nazisti circa 2000 di loro.

Immagini tratte dal video allegato a questo foglio, I Carabinieri nel 1943 (RAI2), visibile anche in internet. Digitare www.bit.ly/1943-2 oppure cliccare sul tasto qui sopra.
 

Targa nella caserma di via Damiata: “Qui fu­rono deportati 2000 carabi­nieri nei campi in Germania, Austria, Polonia...”

I carabinieri non spararono ai soldati tedeschi quando essi entrarono nel­le caserme per arre­starli perché, il giorno prima, avevano ricevuto l'ordine di de­porre le armi. L'ordine fu dato dal ministro della difesa Graziani e dal Generale dei carabinieri Delfini, entrambi fascisti in connubio con i na­zisti.

Oggi pochi sanno di questa deportazione; quasi nessuno ne parla.
Ricor­diamola noi, allora, per la Giornata della Memoria, guardando il video.



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Gli ebrei

Poi Kappler mise le mani sull'oro degli ebrei di Roma e infine li deportò.

Il 26 settembre 1943 intimò la consegna, entro 36 ore, di 50 kg. d'oro, al­trimenti la deportazione. Gli ebrei consegnarono l'oro ma, il 16 ottobre, furono deportati ugualmente. Hitler, infatti, aveva ordinato, in tutta Eu­ropa, la “soluzione finale del problema ebraico”: lo sterminio degli ebrei.


L'edificio della ex Dogana, allo Scalo San Lorenzo: è da qui che sono entrati sui binari i camion con i 1022 ebrei rastrellati, stipati in carri bestiame e poi deportati in Germa­nia. Per sentire i racconti di alcuni testimoni ancora vivi, cliccare qui oppure digitare:   www.bit.ly/1943-3 .

L'entrata della Dogana, al n° 10 del via­le dello Scalo S. Lorenzo e, a destra, la tar­ga che commemora i deportati del 1943. Era affissa sul muro, là dov'è il cer­chio. Era? Sì, perché nel ridipinge­re il fabbri­cato re­centemente, hanno verni­ciato so­pra e così, oggi, non si vede più. Comun­que, un'associazio­ne del quartiere, la Li­bera Repub­blica di San Lorenzo, ha deci­so di metter­ne un al­tra prossimamente.



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I partigiani “rossi” di San Lorenzo e del Quadraro

 

Ecco la targa in via dei Volsci, a San Lorenzo, per onorare la memoria di Orfeo Mucci, san­lorenzino e capo della brigata partigiana co­munista “Bandiera Rossa”, formata nel 1943.

Ma i sanlorenzini, specie i comunisti, combat­tevano i nazifascisti ben prima del 1943 – anzi, sin dalla Marcia su Roma il 28 ottobre 1922, quando spararono dalle fine­stre per impedire ai fascisti di entrare a Roma per via Tiburtina.

E prima ancora (24 maggio1922), i sanlorenzini “rossi” avevano cacciato dal quar­tiere i miliziani fascisti che volevano seppellire al Verano Enri­co Toti, eroe di guerra usato da loro per glorificare la guerra e il regime.   Mucci, all'epoca undi­cenne, ne fu un testimone occu­lare.

Da adulto, Mucci si spostò al Quadraro dove capeggiò i 1000 partigiani di Bandiera Rossa. Sabotavano i convogli tedeschi. Il 20 ottobre1943, alcuni di loro at­taccarono Forte Tiburtina, presidio tedesco, ma un reparto SS li sorprese da die­tro. 22 morirono e 9, catturati, furono deportati.

Gli altri continuarono i sabotaggi. Kappler era furioso: non riusciva a tro­vare il loro nascondiglio al Quadraro. Perciò il 17 aprile 1944 ordinò di ra­strellare e di deportare tutti gli uomini del quartiere! 1500 uomini sono stati rastrellati; 900 di loro sono stati depor­tati. Mucci e i suoi com­pagni sono riusciti a fuggire, però. E così, al Quadraro, non c'erano più uo­mini.

Per sentire Mucci raccontare questi eventi, digitare   www.bit.ly/1922-2   (San Lo­renzo) e   www.bit.ly/1944-2   (Quadraro), o cliccare sui tasti qui sotto.   Il sonoro è disturbato ma vale la pena fare lo sfor­zo di ascoltare. Per ingrandire lo schermo,
          cliccare sul quadro bianco sotto ciascun video mentre scorre:


La Batta­glia di San Lorenzo


Il rastrellamento del Quadraro

 
Ricordiamo dunque, per la Giornata della Memoria, anche la lotta di que­sti partigiani rossi e della gente del Quadraro, deportata per averli voluto aiutare.


Il rastrellamento al Quadraro.


Targa posta dai Municipi del Quadraro.

N.B.  Sappiamo da documenti pubblicati recentemente che Kappler aveva preparato un piano per rastrellare e deportare gli abitanti di altri tre quartieri romani che, come il Quadraro, egli definì comunisti e quindi nemici del nazifascismo: San Lorenzo, Testaccio, Trastevere. Tuttavia gli alleati sono arrivati a Roma prima che egli potesse mettere in atto questo suo piano.



 

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