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Finalmente un discorso chiaro sulle guerre e sulla pace |
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Anzitutto, le
premesse – snocciolate “a pillole”.
(Per
una argomentazione più documentata, vedi parte 3:
boylan.it/info/3
.)
"Gli
USA hanno fatto occupare mezzo Iraq all'ISIS, la loro creatura, per
avere la scusa di tornarci e rioccuparlo."
"Ma
nessuno dei paesi occidentali che hanno già devastato l'Iraq
(2003-2010) ci deve mettere più piede!"
"Quindi
neanche l'Italia deve partecipare a questa nuova 'guerra lunga'
(rioccupazione dell'Iraq)."
"Deve
essere l'ONU ad assistere i governi legittimi (che ci piacciano o
meno) a sradicare l'ISIS dal proprio paese, soprattutto: (1.) usando
le truppe ONU per sigillare le frontiere con la Turchia e la
Giordania, e (2.) sanzionando i paesi che finanziano l'ISIS e che
comprano il suo petrolio: USA, Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Turchia. Queste due misure, se fossero realizzate
per davvero, basterebbero per consentire ai governi legittimi di
eliminare ISIS."
(Ora
la parte propositiva.)
Pertanto,
on.le Renzi, on.le Mogherini:
“Ritirate
l'Italia dalla Coalizione per la nuova guerra lunga in Iraq!"
"Negate
l'uso delle basi NATO in Italia per qualsiasi azione militare in
Iraq."
"Fermate
l'invio (già in corso) di armi italiani ai curdi, che le
vogliono per poi fare una guerra civile. Vogliono l'autonomia? Bene,
ma non con le armi."
"Fermate
l'invio (già in corso) delle armi alla Turchia, che le passa
poi sistematicamente ai jihadisti in Siria.”
"Varate
sanzioni contro gli USA, il Qatar, il Kuwait e l'Arabia Saudita che consentono
il finanziamento dell'ISIS e minacciate di interrompere gli scambi
commerciali con loro."
"Varate
sanzioni contro gli Stati Uniti che hanno creato ISIS originariamente
per combattere Assad con mezzi terroristici (un crimine contro
l'umanità)."
"Aiutate
gli iracheni ad intentare cause di risarcimento per i danni immensi
causati illegittimamente dagli USA in Iraq dal 2003 al 2011, e
deferite Bush, Cheney, Rumsfeld e Rice davanti alla Corte Penale
dell'Aia per crimini di guerra. Anche se non riuscite a portare a
conclusione queste due azioni, saranno un chiaro monito all'attuale
presidente degli Stati Uniti, di non riprovarci."
(Ora
si passa all'azione.)
Sappiate,
onorevoli, che, come cittadini decisi ad impegnarci personalmente
nella lotta contro le vostre guerre:
"Praticheremo
la disubbidienza civile, bloccando gli invii di armi in Iraq, da
qualsiasi porto o aeroporto italiano."
"Presidieremo
le basi NATO usate per la lunga guerra in Iraq fin quando non ne
revocate l'uso."
"Presidieremo
gli ingressi dei vostri uffici fin quando l'Italia non esca dalla
Coalizione."
"Lanceremo
un boicottaggio popolare delle attività commerciali qatariote
e saudite in Italia, come il BDS contro le aziende
israeliane."
"Organizzeremo
un Tribunale Russell popolare, sulla falsa riga di quello giapponese
e di quello malesiano, per documentare i crimini di Guerra
dell'amministrazione Bush, mai perseguiti a norma di legge ma che non
vanno dimenticate, soprattutto alla vigilia della III Guerra in
Iraq."
"Sappiate,
on.le Renzi e on.le Mogherini, che incrimineremo anche voi se
collaborate nel compimento dei crimini di guerra delle forze della
Coalizione in Iraq."
Semplice,
no? Se si toglie la cortina fumogena dell'angoscia per la “minaccia
ISIS” che i media creano e diffondono ad arte, si riesce a
vedere la situazione in Iraq tranquillamente per quello che è:
una strategia del Pentagono (e del Mossad) per avere la rivincita.
Espulsi nel 2010, le truppe USA e alleati tornano ora a rioccupare
Iraq e a garantire che le loro multinazionali energetiche possano
aggiudicarsi gli appalti di gas e di petrolio (il governo al-Malaki
aveva cominciato a mandar via le aziende statunitensi e a stipulare
invece contratti con la Cina).
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Possiamo
imparare a fare un discorso essenziale e chiarificatore, simile a
quello appena fato, anche su tutte le altre guerre nel mondo. Esse
diventeranno subito più comprensibili se solamente riusciremo
ad eliminare, per prima cosa, le cortine fumogene che il potere
sparge intorno a noi – nelle dichiarazioni ufficiali, nei
giornali e telegiornali, nei talk-shows, persino nei blog che spesso,
a nostra insaputa, sono sponsorizzi dal potere, appunto, per gettare
fumo. Una volta dissipata le varie cortine fumogene, la nostra vista
cessa di essere offuscata e riusciamo a vedere con nitidezza le
prevaricazioni del potere nelle sue guerre all'estero (e nella sua
repressione in casa nostra).
Perciò il primo dovere
dell'attivista per la pace è di eliminare le cortine fumogene.
Diamo un altro esempio.
Nel caso del conflitto
israeliano-palestinese,
la “continua
minaccia alla sicurezza dell'Israele che provocano i missili di
Hamas”,
è la cortina fumogena dietro la quale Israele compie un
genocidio. Ma attenzione: non si deve cercare di rimuovere quella
cortina ricordando che il 99% dei razzi artiginali di Hamas non causa danni (mentre il
99% di quelli israeliani, mille volte più letali, compie
stragi e devastazioni barbare). Perché questo ragionamento
mette le due parti sullo stesso piano, innestando discussioni da
contabile sul numero di morti causati, reali o potenziali. Mentre una
delle parti è l'aggressore e l'invasore, e l'altra è la
vittima che si difende come può. Bisogna vedere questa realtà
attraverso il fumo.
Una ragazza minacciata con un coltello,
poi picchiata, poi violentata, potrebbe, nella disperazione,
afferrare il coltello e ferire a morte l'assalitore. Un avvocato
israeliano (maschio), ragionando come se i due fossero due pugili
pari nel ring, direbbe che lei è colpevole di un colpo basso
(eccesso di legittima difesa) e quindi va spedita in prigione. Un
avvocato palestinese (maschio), consapevole della condizione di
annientamento totale in cui versava la ragazza, direbbe semplicemente
che non si permette di giudicarla e il tribunale non dovrebbe
nemmeno. Idem per i missili di Hamas.
Come vedete, in pratica,
la prima cosa da fare è di non ascoltare più le voci
insistenti intorno a noi che giocano sulle nostre paure e sui nostri
sentimenti di ribrezzo: “Israele rischia l'annientamento!!”,
oppure “L'ISIS rischia di annientarci!!” Sono
voci quasi sempre strumentali. La seconda cosa è di
ricollegarsi con – e far risorgere in noi – la nostra
umanità. Poi sarà sufficiente raccontare i fatti per
come sono e la cortina fumogena del potere si dissiperà da
sola.
Ma dove trovare fonti
d'informazione alternative
per
poter scegliere meglio, cioè da una gamma più ricca, i
fatti da raccontare? (Non parlo di “fonte d'informazione
obiettive”
poiché
non esistono: ogni fonte ha una propria angolazione, che si sente
anche quando illustra i due lati di una questione. Solo un dio può
pretendere di vedere un fatto “obiettivamente”, cioè
simultaneamente da ogni angolazione immaginabile. Gli essere umani,
invece, sono collocati necessariamente da qualche parte, nello
spazio e nel tempo.)
Per sentire fonti alternative, bisogna
evitare i mass media dominanti e cercare giornali che rivendicano
una propria collocazione diversa.
Poi, come con un mazzo di fiori, si fa una
composizione. E ci definiamo nel farlo.
Per quanto riguarda i
giornali scritti on-line “alternativi”,
nell'area della sinistra (quella di destra è ampiamente
rappresentata da tutto
il resto)
c'è, ad esempio: Peacelink,
Megachip,
Pressenza,
SibiaLiria,
il
Pane e le Rose, Contropiano,
LiberaTV
ed altri ancora.
Per quanto riguarda i telegiornali
“alternativi”,
numerosi paesi hanno tg24 che imitano la CNN e la BBC. Molti di essi
sono in lingua inglese; perciò, invece di dover imparare tante
lingue diverse, basta quella per poter fare lo zapping intorno al
mondo.
Mentre i tg italiani, senza eccezione, diffondono
acriticamente le veline della NATO, per esempio, i seguenti tg alternativi, tutti
in lingua inglese, raccontano spesso il rovescio della medaglia sulle
guerre in corso: RT
(da Mosca), PressTV
(da Tehran), CCTV
(da Beijing), e, con servizi alternativi ogni tanto, France24
(da Parigi) e Euronews
(da Lione, in inglese ma anche in italiano).
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