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Perché sembra sempre più difficile opporsi alle guerre?



Perché lo è. Chi vuole le guerre (per accrescere i propri profitti e il proprio potere) fa di tutto per logorarci, per far sembrare inutile la lotta, per confonderci le idee, addirittura arruolando noti progressisti per farci discorsi subdolamente guerrafondai.

Perciò la prima cosa da fare è capire se (e a che punto) siamo stati condizionati e poi cercare di decondizionarci. Per questo scopo può essere utile leggere il mini-libro (e-book) che potete scaricare gratis cliccando sul link che seguebit.ly/pid-b
(
É formattato per i tablet ma si legge bene anche sui pc.)

 
Intitolato
Progressisti in divisa: la Sinistra pacifista viene arruolata, l'ebook documenta con cura come alcune personalità della Sinistra (anche pacifista) sembrano essere state reclutate dal potere per ricercare consensi, pure tra i progressisti, per l'interventismo militare.

Anche quando i progressisti in divisa non convincono, riescono comunque a disorientare e quindi a paralizzare chi una volta manifestava contro le soluzioni militari. La strategia più comune consiste nel descrivere, con toni appassionati (ma con dati spesso gonfiati se non falsi), la crudeltà del dittatore di turno da eliminare, oppure la ferocia dei guerriglieri da sopprimere. Questi discorsi ci mettono con le spalle al muro: “O sei favorevole all'uso della forza militare, oppure stai col crudele dittatore, stai con i feroci terroristi. Perché, caro mio, in certi casi non abbiamo scelta:
occorre usare la violenza per combattere le loro violenze. Signorsì!

Prendiamo, come esempio, la guerra per procura in Siria. Praticamente sin dall'inizio essa è stata un'espropriazione occidentale della primavera araba siriana in corso, giustificata con la scusa di “dover”
combattere le violenze (del regime) con violenze peggiori oggi, addirittura con le violenze terroristiche dei jihadisti che la CIA ha fatto venire dalla Libia e dall'Arabia Saudita.

Ma questa perfida formula – “
occorre usare la violenza per combattere le loro violenze, non c'è altra scelta” – è chiaramente falsa: la storia insegna che le scelte ci sono e che esistono sempre mezzi non violenti che sono addirittura più efficaci.

In Siria, ad esempio,
i giovani manifestanti avevano un'altra scelta, che l'Occidente non li ha aiutato a prendere. (Anzi, l'Occidente ha incoraggiato i giovani siriani a ricorrere alle armi e le ha pure fornite.) Potevano fare come i giovani del Sud America che hanno rovesciato i loro dittatori feroci, rifiutando di imbracciare le armi, evitando di manifestare in piazza per non farsi uccidere, e scegliendo invece la lotta clandestina per l'egemonia, non violenta ed ispirata a Gramsci. Oggi i loro paesi sono liberi e fiorenti. Mentre oggi la Siria è in rovine; la grande maggioranza della popolazione, ivi compresi moltissimi ex-contestatori del regime, non desidera altro che Assad rimanga Capo dello Stato e baluardo contro le ingerenze dei governi occidentali - quelli che hanno creato in Siria mostri come l'ISIS (che ora sembra essere sfuggito loro di mano), pur di rovesciare il regime e di prendere loro il controllo della Siria.

Eppure, nonostante il fatto che la storia dimostra l'efficacia del metodo nonviolento e i disastrosi risultati dei metodi violenti, i progressisti in divisa nel governo e in tv e nelle associazioni e persino nel movimento per la pace, continuano ancora oggi, dopo aver inflitto tre anni di sofferenze immani al popolo siriano, a ripetere che bisogna sì esportare più armi in Siria perché solo così si potrà riuscire a “liberare il popolo” (che non vuole affatto la liberazione occidentale).

Come contrastare questa propaganda assillante e questa corsa verso le soluzioni militari? L'e-book
Progressisti in divisa ( bit.ly/pid-b ) indica come riconoscere e smascherare i Progressisti in divisa e come lottare per una politica estera italiana non militarista. Vengono proposte alcune attività di guerriglia economica pacifista, quelle che incidono di più perché colpiscono i profitti, il motore delle guerre.



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