ciao f_____...

Your e-mail (Mon, 10 Jun 2002 12:05:05 +0200):
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>come risposte riesco a dare solamente due righe spesso con
>le stesse parole usate nel testo; [...]
>Pertanto volevo chiederle se saranno considerate accettabili ad esempio
>risposte del tipo "language people are technical people learning the
>skills to become interpreters and translators" alla domanda "What does
>language people mean?", perché al di là di questa definizione trovo
>arduo riuscire ad esprimere altri concetti

quella tua è una risposta minima (davvero minima) ma comunque 
accettabile.

e se tu volessi fare bella figura, come potresti ampliarla?

beh, ecco quello che io metterei, se io rispondesse alla domanda.

o meglio, non ti dico esattamente cosa metterei (mica sto qui a suggerire
risposte), ma ti dico quello che io ricavo dalla lettura del paragrafo 
dove appare il termine "language people": (l'ultimo paragrafo alla p.82, 
che prosegue all p. 83).

se leggi le righe dopo quelle due parole, vedi che gli autori descrivono 
cosa sono "language people": si tratta di persone che studiano o che 
hanno studiato le lingue all'univeristà --  cioè, language people qui 
vuol dire studenti di lingue -- le quali, rincretiniti, vedono le lingue 
come sistemi di regole, non si pongono domande su quello che c'è dietro 
una frase (vedono solo regole), ritengono che imparare la cultura di un 
paese sia immagazzinare meccanicamente ("transmission") le nozioni 
folkloristiche dei soliti corsi di area studies (quindi in un corso 
d'inglese, nozioni come "In Inghilterra si beve il te alle ore 5, c'è il 
Big Ben sopra il Parlamento", ecc.). 

insomma i "language people" -- vale a dire gli studenti di lingue in 
Inghilterra --  sono degli gnocchi. 

non per colpa loro ma per colpa di chi insegna le lingue come sistemi 
grammaticali e dei chi insegna la cultura come fatti turistici.

questi studenti inglesi "gnocchi" (se ci pensi bene) non sono poi così 
diversi dalla maggior parte degli studenti nel nostro corso, con tutto 
rispetto, studenti formati dai corsi d'inglese nelle medie e superiori 
italiane.  come mi permetto di dire una cosa così "insultante" (ma in 
realtà sto insultando gli insegnanti di questi studenti, mica gli 
studenti stessi che non decidono  i programmi scolastici)?  dal 
questionnario SI/NO che vi ho fatto fare all'inzio del corso: il 90% dei 
questionari avevano il 90% delle risposte SI.  Le risposte SI, se mi 
permetti il termine, sono da gnocco.

come vedi, le cose non vanno meglio in inghilterra rispetto all'italia, 
nel campo dell'insegnamento delle lingue.

(per gli autori del capitolo 4, chiaramente: una lingua NON è una serie 
di regole, bensì una serie di ipotesi di regolarità che nascono e muoiono
e che bisogna ridefinire, volta per volta, in ogni atto comunicativo come
ipotesi di significato, da etnografo.  nello stesso modo, la cultura non 
è quella roba turistica che si impara nelle area studies, bensì la forma 
mentis del popolo, la quale ha prodotto un particolare modo di vivere e 
di interagire con gli altri -- la definizione di un etnografo, insomma.)

a questo punto di stai dicendo: aaahhhoo, ma da dove stai tirando fuori 
tutta 'sta roba?  mica vedi tutte quelle affermazioni nelle 4 righe che 
seguono le parole "language people"?

e io rispondo invece di sì.  tranne per il paragrafo tra parentesi (che 
vedo nel paragrafo successivo).

so che non è evidente né è facile a capire tutta quella roba alla prima 
lettura.

perché?

perché gli autori non DICONO.  ALLUDONO.  (all'italiana, quindi te che 
vedi i politici in TV dovresti essere abituato!).   cioè, gli autori non 
dicono che "i laureati in lingue dalle università britanniche  sono degli
gnocchi, punto e basta!"   non lo dicono perché altrimenti farebbero 
inca_ _are i loro colleghi professori nelle facoltà di lingue.   quindi 
non vogliono dire le cose troppo direttamente. 

questo libro quindi, è una denuncia degli attuali modi di insegnare le 
lingue in GB come in Italia (mentre in Francia, Germania e soprattutto 
Olanda e Scandinavia le cose vanno decisamente meglio).  e soprattutto è 
una proposta per insegnare le lingue in una diversa prospettiva.

chiaramente questo fatto di fare critiche in modo velato rende difficile 
la lettura del testo per chi non conosce la retroterra (nel linguaggio 
che abbiamo usato in classe, diremmo che il testo è di "alta 
contestualizzazione").   e ammetto che lo stile degli autori non è lo 
stile TIPICAMENTE anglosassone.  il modo in cui io sto scrivendo ora è 
piuttosto da inglese o da americano. 

però, non generalizziamo:  anch'io uso un linguaggio di alta 
contestualizzazione in certi contesti, per evitare inutili polemiche -- 
nei pezzi che scrivo per gli ordini degli studi, ad esempio (leggi un po'
il mio programma e poi dirmi se capisci qualcosa).

comunque -- come dicevo prima --  tu, da italiano, dovresti essere bravo 
ad indovinare ciò che sta dietro affermazioni che siano insieme generiche
e tecniche: altrimenti come fai a capire certi avvisi in facoltà?  come 
fai a sapere se pioverà domani o meno, dopo aver sentito il solito 
ufficiale dell'aeronautica leggere il bollettino meteorologico dove non 
sembra mai prendere posizioni nette?

ma basta con le polemiche sui modi di esprimersi.  mi hai chiesto cosa si
potrebbe dire su quel paragrafo e ti ho risposto.

se, per la difficoltà di lettura, puoi dire solo la frase banale 
riprendendo i termini del testo, scrivi quella.  l'importante è dire 
qualcosa di sensato e di comprensibile.

ciao

p
 

10/06/2002  18:14:25