Università Roma Tre - a.a.2001-02 - Corso di Sociolinguistica - Modulo Comunicazione Interculturale - docente: Patrick Boylan - H01


Modulo sulla Sociolinguistica della Comunicazione Interculturale
 


In questo modulo, il concetto di comunicazione interculturale
verrà prima definito proceduralmente e poi analizzato in una situazione concreta.

A.

Dopo aver criticato e respinto le definizioni più correnti di comunicazione ("trasmissione di messaggi") e di interculturalità ("comprensione tollerante del comportamento dell'altro in quanto altro"), amplieremo, sulla scorta di studi recenti(1):
¨ la concezione sistemica della comunicazione come "stato relazionale"(2);
¨ la concezione etnometodologica della cultura come "senso comune"(3).
Ciò ci consentirà poi di definire il linguaggio (parole) come "manifestazione di una volontà storica in un evento comunicativo"(4) (è cognitivo solo in parte e solo in via subordinata).

Con queste premesse, definiremo poi:

  1. ¨l'acquisizione effettiva di una seconda lingua (L2) come "acculturazione" e quindi come processo essenzialmente alogico(4);
  2. ¨la comunicazione interculturale effettiva in L2 (o nella lingua madre) come un "ri-relazionarsi" che comporta la ricodifica del proprio assetto esistenziale(5).


B.

Per dare concretezza a queste definizioni verrà presentato il video di un esempio di comunicazione interculturale riuscita: un dibattito sulla pena di morte svolto, in inglese, tra tre studenti americani (favorevoli) e tre studentesse italiane (contrarie). Una delle studentesse, in vista dell'incontro, aveva ricostruito gli identikit culturali degli studenti americani e, tramite appositi esercizi, aveva imparato a fare suo il "quadro esistenziale" sottostante. (Per ricostruire gli identikit, la studentessa aveva analizzato, in base ai parametri di Hall e di Trompenaars, le interviste agli studenti americani svolte in via preliminare dall'organizzatrice dell'incontro.) L'esame del video evidenzierà come le studentesse che non si sono immedesimate culturalmente nei loro interlocutori, pur parlando l'inglese con maggiore scioltezza e correttezza, hanno avuto più difficoltà a mantenere l'attenzione degli studenti americani. Invece, la studentessa che aveva interiorizzato i parametri culturali dei suoi interlocutori, non solo è riuscita a "tener banco" ma addirittura ha potuto far accettare ai suoi interlocutori il punto di vista italiano contro la pena di morte(6). Cioè, ha saputo far valere, "da americana", i suoi ragionamenti "da italiana".
 

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(1) H. Wermus. "Representations, beliefs and hindrances in understanding". In: Cognitive Systems, 5/1 (ottobre 1997), pp. 1-16.
(2) P. Watzlawick et al. Pragmatica della comunicazione umana. Astrolabio, Roma, 1971. (Pragmatic of Human Communication. Norton, New York, 1967.)
(3) H. Garfinkel. Studies in Ethnomethodology. Prentice-Hall, Englewood Cliffs NJ, 1967.
(4) P. Boylan. Logos e Polis. Centro Napolitano di Semiotica, Napoli, in stampa.
(5) L. Sereu (a cura di). Intercultural Competence. Aalborg University Press, Aalborg DK, 1995. (2 vol.)
(6) K. Ehlich & J. Wagner (a cura di). The Discourse of International Negotiations. Mouton , Berlin, 1995.
 
 

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