Accommodation in intercultural conversations in English
(modulo oi2)

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SCIOPERO DEI TRASPORTI
E ESAMI L-LIN/12 DEL 6.7.04
Confermato per domani 6.7.04 lo sciopero dei trasporti. I docenti L-Lin/12 garantiscono che tutti i prenotati potranno fare l'esame, se non domani, comunque in altro giorno -- ognuno annuncerà con quale modalità. Per quanto riguarda gli esami di Patrick Boylan, che comportano una prova scritta preliminare, l'esame è ufficialmente rinviato per TUTTI i prenotati a lunedì 12.7.04, Aula 2: cognomi A-L ore 9, cognomi M-Z ore 15, scambi consentiti tra fasce orarie.



TRANSPORTATION STRIKE
AND ENGLISH EXAMS ON JULY 6th.
The strike has been confirmed. The English teaching staff guarantees that all students who have made a reservation will be able to take the test, whether tomorrow or another day (each teacher will announce when and where) Patrick Boylan's exams for the 6th are officially moved, for ALL students, to Monday, July 12th, Room 2. Students with last names A-L at 9 a.m., M-Z at 3 p.m.; you can change time slots with another student.











Notizie 30.1.04

1.Ringraziamento
2.Informazione sull'esame finale
3.Visita del prof. Byram
4.Le vostre foto


1. Anzitutto, sono sicuro di interpretare il vostro pensiero nel ringraziare S A N D R A e A N N A che, all'ultima lezione, hanno gentilmente portato la torta (cionf! cionf!), i biscottini di vario tipo, le bibite, senza dimenticare gli accessori... insomma che ci hanno consentito di salutarci da veri intellettuali all'antico. ("Mens sana in corpore sano"... beh, in questo caso, "corpore sazio").


Quindi, grazie Anna, grazie Sandra -- piccole iniziative così danno torta (pardon, danno torto) a coloro che si lamentano di una università fredda e burocratica e alienante: lo è fin quando noi non decidiamo ti fare altrimenti, come in questo caso.


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2. Marta ha chiesto quali sono i capitoli da leggere (per l'esame finale a giugno) per coloro che non hanno fatto tutte e 4 le attività per ogni modulo.


I capitoli sono i seguenti:


___________________________


Seeing and saying things in English

___________________________


Michael Byram, Developing Intercultural Competence in Practice.

Tutti devono portare all'esame i capitoli 6, 7, 12 (57 pagine in tutto).

Chi ha fatto 4 delle 4 attività: bastano i capitoli 6, 7, 12.

Chi ha fatto 3 delle 4 attività: Capitoli 4, 6, 7, 9, 11, 12.

Chi ha fatto 2 delle 4 attività: Capitoli 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 11, 12.

Chi ha fatto 1 delle 4 attività: Capitoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 11, 12,

13, 15.

Chi non ha fatto nessuna delle 4 attività: Capitoli 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15.


(Quale erano le attività? Va sul sito del corso e cliccare su ATTIVITA'.)


Chi non ha fatto l'esonero deve portare all'esame anche l'articolo: P. Boylan, Being one of the group.


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Accommodation in intercultural conversations in English

_____________________________________________


Laura Bianconi, Culture and Identity: Issues of Authenticity in Another Value System.

Tutti devono portare all'esame il Capitolo 3 (52 pagine in tutto).

Chi ha fatto 4 delle 4 attività: basta il Capitoli 3.

Chi ha fatto 3 delle 4 attività: Capitoli 2, 3

Chi ha fatto 2 delle 4 attività: Capitoli 2, 3, 4

Chi ha fatto 1 delle 4 attività: Capitoli 2, 3, 4 , 5

Chi non ha fatto nessuna delle 4 attività: Capitoli 1, 2, 3, 4, 5


Quale erano le attività? Va sul sito del corso e clicca su RESEARCH WORK: viene descritto un dossier da creare con le 4 attività.


Chi non ha fatto l'esonero deve portare all'esame anche l'articolo: P. Boylan, Accommodation through a transformation of consciousness.



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3. VISITA DEL PROF. BYRAM


Per chi non era all'ultima lezione, ho annunciato che il prof. Michael Byram dell'University of Durham (Gran Bretagna), autore del testo che usiamo nel modulo Seeing and Saying Things in English, verrà a farci una visita fine febbraio, su invito mio.


Il prof. Byram incontrerà gli studenti interessati nella sala del dipartimento di Linguistica, venerdì 27 febbraio alle 15.30. Parlerà dell'apprendimento (e anche dell'autoapprendimento) delle lingue in una prospettiva interculturale. Dico "autoapprendimento" perché quando lasciate l'università, dovete saper continuare ad imparare per conto vostro.


Il prof. Byram parlerà anche ai docenti del Dipartimento di Linguistica, nella sala del dipartimento al terzo piano, il giorno prima, cioè giovedì 26 febbraio alle 15.30. Il suo discorso sarà più tecnico rispetto al colloquio generale: l'apprendimento interculturale delle lingue nella comunità europea.


Chiedo agli studenti che vorranno sentire una delle conferenze (o tutte e due) di mandarmi una email in tal senso, a cui risponderò, sin da ora. Se vedo un grande afflusso vedrò se possiamo avere una aula grande anziché la piccola sala di Linguistica, ma sarà difficile perché ci sono gli esami in quei giorni per tutti i corsi di laurea della Facoltà. Non inviare una richiesta di partecipare fin quando non sarete assolutamente certi di poter venire! (Altrimenti rubate un posto a qualcuno che voleva venire e lasciate una sedia vuota.)



P.S.

Ho chiesto se qualcuno vuole andare all'aeroporto Fiumicino giovedì 26 febbraio alle 11.40 per incontrare il prof. Byram, portarlo nel trenino (o in macchina se siete motorizzati) all'albergo che ho prenotato per lui sulla linea del Metro B, e poi portarlo (in Metrò o con la macchina) a Roma Tre per incontrare gli studenti.


Due persone si sono già fatte avanti, ma chiunque può aggiungersi a loro, E' un ottima occasione per poter conversare a tu per tu con Byram. Per favore, niente domande del tipo: "What will be the questions regarding your book on Patrick's final exam?", lui non c'entra niente e non ne sa nulla. Però potete chiarire punti non chiari nel libro. Oppure, dal momento che Byram è stato nominato dalla Commissione Europea per promuovere l'insegnamento interculturale delle lingue in Europa, domande del tipo: "Do you know any good universities in Europe where I might go for a Masters? I am interested in particular in... [specificare:] intercultural communication for the business world, intercultural communication for working with immigrants, etc. etc."



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4. Se guardate la pagina delle foto di gruppo (sotto ASSESSMENT nella pagina web del corso) vedrete che mancano i nomi dei componenti per molti gruppi. I gruppi latitanti provvedano, per favore, mandandomi una mail con la disposizione dei nomi uguale alla disposizione delle persone nella foto.








20 January 2004 -- Something I forgot to say yesterday:

Please nominate a group leader, if you don't already have one. It must be someone who has not yet done any marking (so change your group leader if s/he already did marking in the other module).
Her/his task will be to collect your dossiers next Monday (January 26th) , mark them, and then give them to me at Ricevimento on January 29th.

 



The lesson on Monday, 26 January 2004, will take place as usual. The national transportation strike has been moved to Friday, the 30th of January 9.


The first hour will be an exam (the esonero).
The second hour will be the last lesson (and something more if you want to bring something to eat and drink...)


AND THE DATE FOR TURNING IN THE DOSSIERS?
Vox populi: you can bring your dossier, as scheduled, on Monday the 26th during the lesson, and give it to your group leader for correction. Your group leader will consign it to me during Office Hours on Thursday, January 29th.
OR... you can give it to your group leader on January 29th (there will be NO lesson but you can meet in an empty classroom) and your group leader can consign it on Tuesday, February 3rd, 1.30-2.30 p.m.
Why Tuesday? Because I will be absent Monday at the usual hour.

 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

EXTRA
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E-mails received

 

Nicole (29-12) writes: innanzitutto voglio sperare che lei abbia passato bene queste feste!..per noi cari studenti non è stato lo stesso vista la spietata difficoltà del compito che lei ci ha assegnato...

io non sono potuta venire all'ultima lezione prima delle vacanze per cui non le ho potuto comunicare le mie scelte in merito al dossier! per questo lo stofacendo ora con la speranza che mi risponda presto,perchè le assicuro cheper questo compito sto davvero impazzendo!

io avevo pensato di intervistare una mia cara amica che è metà cinese e metà californiana;non parla molto cinese ma ha un modo (secondo me)strano di parlare inglese.
spero in una sua TEMPESTIVA risposta!

grazie e Buon ANNO!



My answer:


ciao nicole,

ma davvero un compitino divertente come questo ti fa diventare pazza?

mah!

non è che non ti voglio credere ma...

insomma, ti ho dato l'occasione di esercitarti a studiare, non l'inglese scolastico, ma uno degli inglesi veri che la gente parla. e poi l'occasione di chiederti com'è questa gente, se culturalmente è simile o diversa da te e come.


insomma -- per la prima volta -- hai l'occasione di porti le domande per le quali hai voluto studiare lingue. non è così?
e ti lamenti?


boh. proprio non capisco!

o forse capisco, è tutto nuovo, non hai indicazioni chiare della serie "mammina, tienimi per la mano mentre cammino".

ma è questo quello che vuoi?


guarda, sarebbe + facile per te e molto + facile per me fare un corso "normale".
anzi, per me sarebbe la pacchia far finto che l'inglese scolastico sia quello vero, così non devo preparare niente, vi spiego la sintassi, le tecniche di traduzione semantica, l'inglese per scopi academici, ciò che volete e poi all'esame ti faccio domande su quello. e basta.
ah, ho scordato! anche domande su un libro. ma niente paura, un libro normale tipo Evoluzione recente del passato prossimo in inglese. O Mutamenti nella fonologia della regione estuary.

se mi rispondi alle mie domande (basta avere un po' di memoria), ti do un bel voto, te ne vai a casa, dopo 3 anni ricevi la laurea e tutti ti sorridono perché hai un attestato che dice che sai l'inglese.

balle, naturalmente. ma almeno
NON SARAI CONFUSA PER UN SOLO ISTANTE,
tutto sarà chiaro e straprogrammato, arcirisaputo, niente sorprese, basterà seguire le orme.


ma è questo quello che vuoi?


ho l'impressione guardandoti che non sei un tipo che vuole questo.
eppure dici che il compito è una tortura.
proprio non capisco come debbo fare.


insomma, dimmi un po' te come vorresti un corso ideale, cosi' almeno in futuro saprò regolarmi. ok?


ma ho l'impressione che avrai delle difficoltà a rispondere perche' le contraddizioni, tra tradizione e innovazione, le hai dentro di te e quindi come scegli, scegli male (per te). cioè come scegli, ti trovi a dover pagare un prezzo (con l'innovazione paghi la confusione, con la tradizione paghi la noia). e siccome non vuoi pagare NESSUN prezzo, nessuna scelta ti sta bene. quindi non saprai rispondermi.


ma forse sbaglio. quindi, smentiscimi: dimmi come dovrebbe essere un corso in cui impari l'inglese in una maniera che ti serve davvero in questo mondo globalizzato. un corso senza angoscia, che non fa diventare pazzi. e che t'interessa. e tutto il resto.


ok? puoi anche scrivere anonimo o far scrivere ai compagni del corso.


ora passiamo alle tue domande.


___________________________________________________

>innanzi tutto voglio sperare che lei abbia passato bene queste feste!


ti ringrazio per l'interessamento ma no, niente di che. (ma queste sono le mie contraddizioni, no?)


>..per noi cari studenti non è stato lo stesso vista la spietata

>difficoltà del compito che lei ci ha assegnato...

spietata? ma de che!?


>le assicuro che per questo compito sto davvero impazzendo!

o forse stai uscendo dal torpore e l'ossigeno ti fa girare la testa.



>io avevo pensato di intervistare una mia cara amica che è metà cinese

>e metà californiana; non parla molto cinese ma ha un modo(secondo

>me) strano di parlare inglese.


beh, quest'ultima osservazione vale qualcosa. cioè hai notato una

stranezza. bene. porsi una domanda è l'inizio della saggezza.
quindi ascolta il brano di General American che ho messo sul sito per

darti l'esempio di ciò che, insieme a RP, NON devi cercare di definire

perché è stato già stradefinitio in tutti i manuali d'inglese.

se giudichi che l'inglse della tua amica sia davvero diversa da queste due varietà norm providing, in altre parole se tu pensi che la tua mica sta parlando un inglese norm developing o comunque in controtendenza, beh descrivilo (e descrivila) senz'altro.


ti ho risposto?


già sento la risposta: PIU' DI QUANTO VOLEVO SENTIRE!

;-)


allora ciao ciao


p

 

 



 

 



Angela (29-12) writes: Hi Mr Boylan..i'm not happy because i think about my dossier project..i should want know where i can choose sound or video sources..can you give me an idea? and where can i find the list of distinctive variety of english that you have put on internet?then can you tell me if i must take from internet only the article "accomodation through a transformation of consciousness"..excuse me but i have some doubt about my activity..
i hope for you one happy new year



My answer:


hi angela,

hey, the project is supposed to make you happy, full of energy and initiative! what's happened?

anyway, you ask:
>where i can choose sound or video sources..can you give
>me an idea?

click here:
http://host.uniroma3.it/docenti/boylan/courses/variety/films-en.htm

or, click here:
http://www.google.com
and enter the language and culture you want information about, adding the
words .mp3 OR .wav OR .avi OR .mov OR .mpg
PAY ATTENTION TO THE DOTS AND THE CAPITAL LETTERS.

for example, if you want to study Jamaican patwa (their variety of English), you would put:
patwa .mp3 OR .wav OR .avi OR .mov OR .mpg

That should give you sites on patwa that have .mov files to download (Apple Quicktime MOVies) or .mpg files or .avi which are also film clips. ATTENTION: you have to have programs capable of reading these files. If you don't, ask the students who have volunteered to help you with your computer problems. They are on the class site, under PC HELP.

>and where can i find the list of distinctive variety of
>english that you have put on internet?
http://host.uniroma3.it/docenti/boylan/courses/variety/world-en.html
OR
http://host.uniroma3.it/docenti/boylan/courses/variety/varietyh.htm

Please read the instructions at this page:
http://host.uniroma3.it/docenti/boylan/courses/03-04/oi/oi-3ho04.htm

>then can you tell me if i must
>take from internet only the article "accomodation through a
>transformation of consciousness"
yes.

Clear?

Have a nice vacation and a nice new year's party.

chow

p

 

 



 

 

Ilaria (30-12) writes: hello...first of all merry christmas(even if probably it's too late)....I need an explanation for the dossier....I 've already interviewed my irish person and I've translated it...I've also found many news about irish english....do i have to do a summary and give it to you,or do i have to give you only the interview and my consideration about it?

thanks ...ilaria

p.s.happy new year...



My answer:

>hello...first of all merry christmas
thanx, & a hap E nu yr 2 U

>do i have to do a summary and give it to you, or do i have to
>give you only the interview and my consideration about it?

here's what 5 i put on the web site:
"For January 8th: Write your description of the way of saying things and the way of seeing things typical of your target culture. A description of the “way of seeing things” means using Cultural Dimensions to make hypotheses about the value system of the people in the target culture. It also means making Existential Maxims that summarize the value system."

so i want to know two things (your written report should be in two parts):
(1.) if the person doesn't speak the most influential varieties (RP, GA), how is her way of speaking different? This means helping me understand (imagine I'm totally ignorant about linguistics) why your subjects kind of irish english is different from RP
- just the pronunciation? if so in what way.
- lexis, textuality, etc. etc., too? how?
you can use what you find on the web but make sure it applies to your subject. maybe she isn't so irish. or maybe she's a rebel and speaks an alternative irish. so don't tell me about irish english in general, tell me about your speaker.

(2.) then, in the second part of your report, tell me what she is like culturally (NOT psychologically). you can use the dimensions we used last course. or anything you want. just help me understand why she isn't like the RP and GA speakers you find in the Linguistics Department here at the University (the lettori, my English colleagues, etc.). in other words, link her way of saying things with her way of seeing things.

is that clear enough?

chow, have fun.

p

 

 

 

 



Assunta (9-1-04) writes:

>ho avuto qualche difficoltà a decifrare [le istruzioni per fare il

>compito] in internet.

>mi scuso con lei per la mia negligenza.




My answer:


ciao assunta,


niente negligenza e mi dispiace per il lutto che ha colpito la tua famiglia.


rispondo alla tua richiesta di chiarimenti. colgo l'occasione per spedire questa mail anche a tutti, magari qualcun'altro (anche se presente a lezione) può avere dei dubbi...


in due parole, l'altro ieri la gente doveva portare una relazioncina, che andrà a far parte del proprio dossier finale.

(nel dossier ci saranno 4 relazioncine. oggi si doveva portare la prima. pochi l'hanno fatto. vuol dire che ora lo faranno -- come te.)


nella relazioncina, da fare individualmente, ognuno doveva dire quale varietà d'inglese ha scelto. poi doveva descrivere la varietà linguisticamente, usando le informazioni che trova sui libri e su internet. è anche importante aver sentito la varietà che uno vuole descrivere: o in un film, o andando a registrare qualche nativo parlante in un pub, o scaricando un file da internet del tipo .mp3 OR .wav OR .avi OR .mov OR .mpg. queste registrazioni sono per voi, non le dovete accludere. ma che descrivi se non hai sentito niente?


inoltre, nella relazioncina da portare oggi, ognuno doveva descrivere ANCHE CULTURALMENTE la varietà che ha scelto. che vuol dire?


vuol dire questo: usando le dimensioni culturali (quei grafici che abbiamo usato nel primo modulo) o qualsiasi altro mezzo che vuoi, devi fare in modo che, quando ti leggo, vedo chiaramente con che tipo di persona avrò da fare IN LINEA DI MASSIMA se vado nel paese che descrivi.


inoltre, dopo aver descritto la cultura, devi trasformare la tua descrizione in massime. l'hai fatto durante il primo modulo. ma molte persone l'hanno fatto male, perché hanno scambiato psicologia o etica per cultura. cioè hanno messo massime del tipo "sii giusto, non essere egoista" che è una bella cosa etica o psicologica ma che non c'entra niente con una determinata cultura. TUTTE le culture pensano di essere giuste.


ti dò subito un esempio per chiarire meglio come fare una massima, sulla base della descrizione linguistica e culturale di una società.


immagina che io, Patrick, sto facendo a Los Angeles un corso d'italiano simile al nostro corso d'inglese, ok? e immagina che il mio prof d'italiano mi dice: scegli un modo di parlare italiano e descrivi il modo di essere associato a quel modo di esprimersi. ok?


immagina dunque che io scelgo il modo di parlare dei borgatari romani, che trovi nei film di Pasolini sulle borgate, ad esempio.

(apro una parentesi: ho visto giovedì che qualcuno ha scelto l'italo-inglese, quello dei bassi di New York che senti nei film di Scorsese. è un po' fare lo stesso tipo di scelta.)


ebbene, se io scelgo il romano, come varietà da descrivere, dirò LINGUISTICAMENTE questo:


-- DOPPIE NASALI AL POSTO DI NASALE+CONSONANTE (annamo),


-- FINALI TRONCATE (che stai a di'),


-- INDICATORE INIZIALE CHE PREANNUNCIA UNA DOMANDA, COME NEL BASSO LATINO (che c'hai l'ora?),


-- CONSERVAZIONE DELL'APPELLATIVO LATINO (che vuoi, sor' Giusé'?),


-- TONO DISINCANTATO SPESSO VOLGARE (Signora nel bus: "Con questo biglietto integrato, posso viaggiare tutto il giorno?" Autista romano: "Si nun c'hai 'n cazzo da fa'..."),


-- PROFUSIONE DI INSULTI IRONICI (Un automobilista romano fermo all'incrocio, ad una pedone vecchia e grassoccia che attraversa troppo lentamente: "Aho nonna, spicciati che se te debbo gira' 'ntorno nun me basta 'a benza!")... ecc. ecc.


e poi, nella seconda parte, aggiungo una descrizione CULTURALE.


(del resto è già quasi fatta con la descrizione linguistica: vedi l'ipotesi Sapir Whorf che abbiamo discusso in aula e, per chi non c'era o che non ha capito bene, che viene spiegato sul sito, sotto la voce LEZIONI).


quindi, dicevo, aggiungo una descrizione CULTURALE.


la mia descrizione culturale descrive una persona MEDIA che parla romanaccio. ma a scanso di stereotipi, preciso che so benissimo che esistono pure persone colte che parlano romanaccio! quando dico MEDIA voglio dire che, quando sento parlare la varietà d'italiano appena descritto qui sopra, so di potermi aspettarsi che il mio interlocutore abbia certi atteggiamenti. Ma so anche che non è detto, devo vedere caso per caso.


Comunque, ecco il modo di essere che probabilmente incontrerò:


-- fare il meno possibile (sia nella pronuncia, troncando e eliminando consonant clusters, sia nel lavoro),


-- essere attaccato alle tradizioni (sia nella conservazione di forme latine nel parlato, sia nell'esprimere sfiducia nelle innovazioni, fatta l'eccezione per il telefonino),


-- essere disincantato, trovare tutto " 'na scena ",


-- amare gli insulti rituali spesso ironici, ecc. ecc.


Quindi se io creo come "dimensione culturale" il seguente spazio:


NICHILISMO ------------------------------------------ IDEALISMO

metterei i miei parlanti romanaccio verso la sinistra e gli americani, ad esempio, verso la destra.


non metterei i miei parlanti romanaccio proprio a sinistra, perché i veri nichilisti non sono mica loro.


i veri nichilisti sono quelli che non credono in niente di niente, come quelli russi nella seconda metà dell'800 oppure, dopo la seconda guerra mondiale, i reduci intellettuali francesi che si consumavano in alcool e in discorsi (pseudo-)esistenzialisti nei café e che si ammazzavano per una sfida, intanto per loro la vita non valeva niente. (invece, i parlanti romanaccio hanno un bassissimo tasso di suicida. è vero che professano anche loro di non credere in niente -- e da come deridono tutto, sembrerebbe di sì -- ma evidentemente credono nella vita.)



Dopo aver fatto la mia descrizione, traduco le mie osservazioni in massime. Sono come regole, che ogni buon parlante romanaccio si dice ogni mattina alzandosi, comportandosi di conseguenza in giornata:


-- "EVITA QUELLO CHE TI COSTA FATICA",


-- "ONORA LE ANTICHITA', SONO LA TUA STORIA E GLORIA",


-- "DERIDERE TUTTO", "E' TUTTA UNA SCENA",

-- "INSULTA PUBBLICAMENTE CHI TI ROMPE",


-- "SII CREATIVO NEL FARLO, FA' INSULTI I PIU' COLORITI POSSIBILE",

ecc. ecc.


capisci ora cosa voglio dire per 'massime'?


e se, nel mio corso immaginario d'italiano, volessi appropriarmi il modo di essere e di esprimersi dei napoletani o dei milanesi, farei la stessa cosa, descriverei il loro modo di parlare, descriverei il loro modo di essere (fermo restando che ci sono sempre eccezioni), poi inventerei delle massime che traducono in regole comportamentali quanto ho descritto.


per il milanese potrei recuperare la 2a massima qui sopra, perché ce l'ha in comune con il romano ("onora le antichità") e forse con il napoletano. per il napoletano potrei recuperare la prima e la terza massima, forse la seconda, non le altre.


insomma certe massime s'intrecciano con altre in tutte le regioni e questo da un colorito uniforme ("italiano"), pur nelle diversità, in tutta la penisola. un americano medio WASP, ad esempio, non direbbe NESSUNA di queste massime.


(invece un nero di harlem potrebbe dire la terza, in parte la prima, non la seconda ma intanto è quanto basta perché un napoletano troverà più affinità con lui che non con un americano medio WASP.)



ora, immagina che, nel mio corso immaginario d'italiano, il prof ci dice: "domani tutti gli studenti devono arrivare a lezione parlando e comportandosi come i loro sosia -- romani, napoletani, milanesi che siano." ebbene, quel giorno in classe sarebbe come una piccola italia.


ora torniamo al nostro corso.


se io dicessi a voi, dopo che voi avete fatto questo lavoro, di arrivare in classe ognuno parlando e comportandosi come il proprio sosia di qualche regione di lingua inglese, ebbene avremmo in aula il mondo anglofono intero, dall'India ai bassi di New York. e forse ve lo dirò, tra un paio di lezioni....


comunque, ecco il lavoro che avresti dovuto fare per giovedì. una relazione con la descrizione della varietà da te scelta

- come modo di esprimersi

- come modo di essere


ecco tutto.


per la settimana prossima hai un nuovo lavoro.


devi tornare a casa come la tua sosia di lingua inglese. ciò vuol dire che prima di aprire la porta (o alzandoti la mattina se fai le cose in grande), ti devi dire le tue massime. così comincerai a pensare come la persona nella cultura anglofona da te descritta.


ma attenzione. non parlerai inglese a casa. no.

sarai la tua sosia di lingua inglese, ma devi immaginare che lei è (cioè tu sei) una studentessa ERASMUS (dunque sai l'italiano) venuta a Roma dal tuo paese di lingua inglese. Alloggi nella casa in cui ti trovi e sostituisci la persona che tu eri. Perché "sostituisci"?


perché quella persona lì si è scappata in Inghilterra tempo fa.


quindi tu parli perfettamente italiano. e rispondi al tuo nome quando i familiari chiamano il figlio o figlia che tu eri, perché li vuoi accontentare nella loro illusione che tu sei la loro figlia perduta.


poi la sera farai una relazioncina (che diventerà il secondo scritto per il tuo Dossier).


nella relazioncina racconterai quello che hai visto di diverso in casa, come hai sentito il modo di essere di quella famiglia italiana in cui sei capitata... che pensi del loro modo di trattare la gente, di parlare...


già! racconterai anche il "strano" modo di esprimersi di quei familiari, se ti capita di sentire espressioni strane.


non solo, ma può capitare che loro aspettano da te un certo modo di parlare. e tu non lo farai se la tua sosia non lo farebbe. quindi può capitare che i tuoi ti fanno capire come dovresti esprimerti. ora, se trovi quel modo strano, raccontalo nella tua relazioncina.


bene. spero di aver chiarito in linguaggio non accademico ciò che ritengo di essere un lavoro accademico molto serio (perché arriva al cuore del nesso linguaggio/pensiero, su cui i filosofi dibattono da secoli).


però ti dico una cosa, assunta: la mia spiegazione in internet forse non era chiara ma se guardi bene vedi dei link ad uno mio scritto (in inglese, anche questo in internet) che descrive questa attività in modo chiarissimo. almeno così mi hanno detto a Lancaster quando l'ho presentato alla conferenza IALIC. non solo, ma oltre alla descrizione dell'attività, c'è anche tutto il discorso che ho fatto per spiegare la logica dietro questa attività. quindi se leggi queste cose, tutto diventerà più chiaro (in teoria).


lo so, lo so, preferisci il mio modo di esprimermi qui, sto usando l'italiano per prima cosa, e poi sto usando il tuo linguaggio -- proprio quello che voglio che tu impari a fare in inglese, no?, saper usare il linguaggio della gente con cui parli. ma attenzione: non troverai all'università molti altri corsi che ti spiegano le cose come io sto facendo adesso.


in breve, devi abituarti a capire le cose come vengono spiegati nel discorso che ho fatto a Lancaster e che ho messo sul sito. lo so, lo so, è un discorso fatto a prof, non a studenti, ma la tua cultura vuole che tu ti abitui a capire e A USARE ANCHE TE QUANDO PARLI E SCRIVI quel tipo di linguaggio. datti da fa'. non perdere questa occasione in cui hai UNO SCRITTO ACCADEMICO e poi la sua TRADUZIONE nel tuo linguaggio, un po' come la pietra Rosetta per i geroglifici.


sarò fuori roma fino a giovedì -- rinchiuso in una stanza per intervistare i candidati per un posto di ricercatore all'università di perugia, quindi senza contatti con il mondo esterno -- beh, non proprio come i cardinali quando scelgono un papa ma insomma non so quanto potrò comunicare.


comunque, se hai bisogno di altri chiarimenti, provaci. se ho la possibilità risponderò alla tua mail.


ciao,


p


 

 

 

 



Angela (9-1-04) writes:

>WHAT DOES "ETHNOGRAPHIC ACCOUNT" MEAN? (HOMEWORK FOR JANUARY 15TH)




My answer:




It means, in Italian, "una narrazione [account] di una esperienza che hai

visuto, non ingenuamente, ma con la mentalità di uno scienziato nella

giungla presso una tribù di cui vuole capire la cultura [ethnographic]."



in pratica:

se scrivi così NON va bene:

"La reazione di mia madre al mio comportamento era di sconcerto. Ritengo

tuttavia che la sperimentazione sia un successo in quanto ho appurato

molte differenze normalmente non percepite."


NON va bene perché NON è una narrazione. E una specie di sunto delle tue

conclusioni. Ma io voglio vedere l'evento nel suo svilupparsi: QUESTO è

narrare. E con un'idea di schemi comportamentali generalizzabili, questo

è etnografico.


dunque, se scrivi così, va bene:

"A tavola mia madre mangiava meno del solito, i suoi occhi fissi sempre

su di me come per interrogare ogni mia mossa. Evidentemente non mi stavo

comportando secondo gli schemi che lei aveva di me. Non ho voluto

verificare questa ipotesi facendo una domanda diretta ("Mi stai

osservando? Ti sembro strana?") perché gli etnografi sanno che alle

domande dirette la gente risponde dicendo non quello che pensa ma quello

che pensa che tu vuoi sentire ("No, no, tutto va bene, va molto bene").


Quindi ho giocato di rimessa, facendo io a lei le domande che lei forse

si stava facendo su di me. "Mamma -- le dissi -- da stamani ti trovo

strana, non ti stai comportando come al solito: guarda il tuo piatto

ancora pieno!" La mia strategia ha funzionato; lei mi ha risposto: "Ma

come, io? Ma se io stessi per farti la stessa domanda! Lascia perdere

il mio piatto! Da stamani ogni volta che ti chiedo di fare qualcosa, lo

fai! Ma che modi sono questi? Di solito ti debbo chiedere mille volte!"

Ora ho capito che il tira e molla fa parte del nostro rapporto, forse

come italiani o forse come noi due soltanto. Intanto se viene a mancare,

a mia madre manca."


So now do you understand what it means to narrate (make an account) ethnographically?


I wrote the sample in Italian for clarity. Obviously you will write it in English because, when you write it to me, you will be your English-speaking double!


Good luck.


P