René Magritte, La condition humaine (1933)

Une linguistique de la parole néo-saussurienne existe.
Una linguistica neo-saussuriana della parole esiste.
A neo-Saussurian linguistique de la parole esists.




Partiamo da dove ci siamo lasciati l'ultima volta...

“Linguaggio a Roma Tre”

Incontri seminariali del

Dipartimento di Linguistica


Giovedì 15 & 29 maggio 2003, ore 15,30
Elena Pizzuto (Istituto delle Scienze Cognitive; CNR – Roma)
"La Lingua dei Segni Italiana (LIS)"






Dallo studio di casi "marginali" (o devianti, patologici...) la scienza riesce a cogliere meglio il funzionamento dei cosiddetti "processi normali".





Qui, il modo di comunicare di chi non ha la parola o di chi non sente le parole, mostra come il linguaggio sta al di là delle forme verbali.





Ma sarebbe ancora più illuminante studiare la...


comunicazione LS
situata
* Un film di Jane Campion,1992
(Cliccare sull'immagine per vedere il comunicare tramite gesti in quanto parole;
confrontare con le immagini precedenti, cioè i gesti in quanto langue)






Anche l'apprendimento/acquisizione di una L2 (con le sue "patologie") ci aiuta a cogliere meglio il funzionamento dei cosiddetti "processi comunicativi normali".



.

Patologia riscontrata: gli enunciati dei due italiani (in un gruppo videoregistrato di studenti americani) risultavano:
1. corretti (livello linguistico),
2. appropriati (livello pragmatico),
3. ma non recepiti (ignorati, passati sopra....)









Questo esempio illustra come il linguaggio sta anche al di là delle forme verbali e della linguistica tradizionale.










Allora, cosa intendiamo quando diciamo

"comunicazione"

"linguaggio"

?






Il dubbio sistematico =   granello di sabbia che, fermando il tutto, fa ripensare il tutto,



donde i nuovi paradigmi...

1200 1300 1400 1600 1927 2003 ???



Se non com'è, come?
Il "dubbio sistematico" (Cartesio) è la base della scienza. Non ferma per sempre gli ingranaggi della Produzione del Sapere, ma solo per il tempo di chiedersi se l'ingranaggio – com'è – serve realmente. E a chi serve? E per che cosa?








Quindi chiediamoci: cosa significano le parole "Comunicazione" "Linguaggio" ...



Definizioni de facto si intravedono nelle "tendenze" in atto...



Esempio:

la collana Pragmatics & Beyond
Click per vedere gli ultimi volumi, da paragonare con i primi della serie >

la rivista Language and Intercultural Communication
Click per vedere il primo numero >







Possibili domande (obiezioni):


I quesiti sollevati in quella collana, in quella rivista...

appartengono alla "linguistica"/"pragmatica"?


sono pertinenti per i "letterati"?











(Risposta: si', se...)








Allora, cosa intendiamo quando diciamo

"comunicazione"

"linguaggio"

?








"comunicazione"





La vostra definizione...?









Definizione più comune:



..



La mia definizione di "comunicazione":

Stabilire un rapporto
(presunzione che i cambiamenti concomitanti siano causali)

in cui cercare un codice comune



Definizione + utile a chi deve comunicare in situazioni culturalmente assimetriche: l'etnolinguista o l'antropologo (o lo studioso dei linguaggi dei segni oppure lo studente di lingue) non deve considerare l'idioma della communita' studiata come un "codice dato" benesi' come un indizio tra tanti. Fornisce materali con cui costruire un codice comune.








"lingua... linguaggio..."







Le vostre definizioni...?











Definizioni più comuni:



"lingua" = langue* o codice**

*insieme di opposizioni lessico-sintattiche e semantiche

**regole di conversione di messaggi in/da segnali




"linguaggio" = facoltà, sottoinsieme, istanza, parole*

*nell'immaginario collettivo, parole = realizzazioni di langue, ma non per Saussure e non nei fatti: usando solo langue si costruiscono frasi asettiche, scolastiche.



Inoltre... nei corsi tradizionali di lingua straniera la parole viene insegnata in due sole manifestazioni:

alta*: mediazioni monodirezionali (poesie)
bassa*: combinazioni verbali senza contesto né intento (esercizi scolastici)

*dicotomia manichea, tipica del cosidetto sapere academico. Nel film Il piano, l'interazione madre figlia era "alta" o "bassa"?








La mia definizione di "linguaggio":



un insieme di eventi comunicativi vissuti... (ogni evento è la manifestazione di una volontà storica in una situazione comunicativa; la percezione di una medesima - o simile - volonta' storica operante in situazioni disparate crea la percezione dell'insieme)

Qui abbiamo il significato come esperienza soggettiva



...realizzati attraverso modulazioni comportamentali associate alla specifica situazione comunicativa...

Qui abbiamo il significante come dato rilevabile empiricamente (etnografia del discorso).



...le cui sedimentazioni producono particolari Weltanschauungen co-costruite (cultura) e particolari predisposizioni comportamentali espressivi (lingua).

Qui abbiamo 2 costrutti sociali rilevabili anch'essi
empiricament (etnolinguistica, psicologia sociale, cultural studies, psico/sociolinguistica).










Come possiamo schematizzare

- le Weltanschauungen?

- le predisposizioni ad agire?





Esempio:

Hofstede, G. (1980), Culture's Consequences: International Differences in Work-Related Values. Beverly Hills: Sage.











L. Beamer, California State University, www.dialogin.com








Come definire una disciplina che studia il linguaggio come "modo di essere" (come sedimentazione di istanze di volonta' di significare qualcosa in una particolare maniera, essendo quella maniera spesso il vero messaggio)?





Da quali discipline affermate può attingere?












La mia proposta: torniamo alle fonti...



Linguistique de la parole...


...lo studio dell'intenzionalità espressiva in quanto "manifestations... individuelles et momentanées" in cui "il n'y a rien de plus que la somme de cas particulers"
.

il quale studio si distingue dalla

"linguistique proprement dite, celle dont la langue est l'unique object"
––––––––––––––––––– Saussure, Cours, 1916, p. 25













Studio della somma dei
casi particolari d'intento espressivo





A. Sechehaye parla del "...conflit entre ce qui est vivant et ce qui est formel"

Essai sur la structure logique de la phrase,1950, L.A.E.C., Paris





L'opera di C. Bally segna
"le passage d'une stylistique linguistique à une stylistique expressive" – Sylvie Durrer, Introduction à la linguistique de Charles Bally, Lausanne, 1998.











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Studio della somma dei
casi particolari d'intento espressivo



Studio di momenti* di
espressione d'intento comunicativo

*in corso di svolgimento, irripetibili, co-costruiti, conoscibili solo partecipandovi










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Capire una lingua nella sua totalità vuol dire, dunque, capire tutti e tre i livelli di constraints che agiscono sulla formulazione di ogni enunciato. Quando parliamo, infatti, parliamo:













N.B. Consiglio d'Europa: "competenze linguistiche, pragmatiche, sociolinguistiche"

Ma la dimensione "essere" non può ridursi alla competenza sociolinguistica (o socioculturale). Evangelisti (in Vergaro a.c.d.,Verso quale CLA p.84): "Le competenze pragmatiche sono più complesse..."














Esempio: lo studente etnolinguista...

1. ricostruisce la Weltanschauung di un interlocutore e la introietta (per poter parlare il suo linguaggio e non solo la sua lingua),
2. sperimenta le modalità interattive dell'interlocutore (l'ethos) proprio su di lui,
3. fa un debriefing dei risultati.

Storyboard: cliccare qui >












(1.) Studio della (2.) lingua viva
in quanto tale







"Lingua viva" significa dare priorità:

meno: fonologia, lessico-sintassi, semantica, pragmatica, linguistica del testo...

più: etnografia, osservazione partecipante, paralinguistica, multimodalità (cinesica, prossemica...), analisi conversazionale...





"Studio" significa dare diverse priorità:

meno: ricezione e incameramento critico di concetti e schemi

più: l'introiezione di una consapevolezza soggettiva dei fenomeni*

*realizzazioni hic et nunc di particolari volontà storiche esternate in particolari contesti e momenti irripetibili.




Per una bibliografia nonché per ulteriori approfondimenti sulle tesi sostenute in questa presentazione, vedi:

www.boylan.it (cliccare sulla parola "RICERCA")

e in particolare i saggi:

-- "Relativizing the Concept of Communication" (Nel descrivere ed insegnare la competenza comunicativa interculturale, andrebbe relativizzato il modello jacobsoniano della comunicazione.) In: D. Killick et al. (eds.), Poetics and Praxis of Languages and Intercultural Communication. Glasgow: University of Glasgow Publications, 2001, pp.45-53.

-- "Language as Representation, as Agency, as Being" (E' riduttivo equiparare "linguaggio" e "produzione verbale"; il linguaggio va visto come una particolare modulazione del comportamento sociale.)  In: S. Cormeraie et al. (eds.), Revolutions in consciousness: local identities, global concerns in Languages and intercultural communication. CLS - IALIC.Publications, Leeds: Leeds Metropolitan University, 2002, pp.165-174 (ISBN-1-898883-09-2).

-- "Accommodation through a Transformation of Consciousness"   (Nel trattare con interlocutori di diversa cultura, quanto bisogna adattare espressione e comportamento?   Vengono indicate cinque modalità interazionali e la tecnica per praticare quella giudicata più efficace.) In: Koch K. & Muggin T., "Globalisation, foreign languages and intercultural learning", SIETAR-UK conference, South Bank University, London, 9-10.2.2001; 21-45.

-- "Being One of the Group" (L'interpretazione della comunicazione non-verbale che avviene all'interno di piccoli gruppi solleva la domanda: a che titolo possiamo asserire di capire una forma mentis diversa dalla nostra?) Paper presented at the 6th International Pragmatics Association Congress, Reims, 1996.






“Linguaggio a Roma Tre”

Incontri seminariali del

Dipartimento di Linguistica


Giovedì 12 giugno 2003, ore 15,30
Patrick Boylan (Università degli Studi Roma Tre)

"Io c'ero!"