Natale in un villaggio iracheno...


Un bambino nasce per strada. La madre e il padre non hanno più casa.
Il loro quartiere abitativo è stato raso al suolo dai bombardamenti.*
Non possono recarsi all'ospedale, distrutto anch'esso dai bombardamenti.*

*realmente avvenuto a Falluja


Il bimbo è avvolto in stracci, rappresentati qui da documenti diventati carta straccia:

- la Costituzione italiana che ripudia la guerra come mezzo per risolvere i conflitti internazionali;
- la Convenzione di Ginevra che vieta il bombardamento e l'arresto arbitrario di civili, anche in guerra;
- la carta dei Diritti Universali dell'Uomo che vieta l'uso della tortura sugli arrestati, anche in guerra;
- la Carta dell'ONU che vieta il colonialismo (il dominio di un altro paese per avere le sue ricchezze naturali).


Perché non difendiamo meglio questi documenti, per i quali i nostri padri hanno versato sangue?

E perché infliggiamo tanta sofferenza sul popolo iracheno? Cosa ha fatto?


Gli iracheni non hanno violato nessuna legge internazionale.
Avevano un dittatore ma da tempo è stato preso. Non hanno armi di distruzione di massa,
non sono mai venuti da noi a fare atti di violenza; sono sempre rimasti a casa propria
(siamo noi che abbiamo innestato la violenza, andando a casa loro).
Questo popolo ci chiede soltanto di essere lasciati in pace e di poter gestire, autonomamente,
le proprie risorse petrolifere. E' forse questo il vero motivo della guerra?
Non la nostra sicurezza? Non la democrazia?


La TV non ci racconta come stanno veramente le cose (non può!).
Non dice quello che i nostri governi stanno facendo realmente laggiù in Iraq. (Non è soltanto "portare aiuti umanitari".)
Ma la storia ci terrà responsabili, noi tutti, per quello che accade.
Informiamoci meglio! Sostentiamo con un contributo e assistiamo al
Tribunale sulla Disinformazione sull'Iraq (Università di Roma Tre, 10-13 febbraio)
organizzato dal People's Law Program - c/o Fondazione Basso, Roma ( www.wti-italia.org )





ART11 - SANA E ROBUSTA COSTITUZIONE e "STIAMO, per andar via!"
Presidio Permanente a Palazzo Chigi dal 22 Settembre 2004 OGNI GIORNO dalle 19,30 alle 22.30


insieme al Tribunale Mondiale sull'Iraq,
sessione italiana sulla Disinformazione nei Mass Media,
che si terrà all'Università Roma Tre (Aula Magna del Rettorato) 10-13 febbraio 2004


presentano


"PRESEPE IN UN VILLAGGIO IRACHENO"

SERATA DI FINANZIAMENTO PER IL TRIBUNALE MONDIALE SULL'IRAQ


iniziativa organizzata dal Peoples' Law Programme - Legge dei Popoli - www.wti-italia.org

congiuntamente ad altre cinque sessione tenutesi a New York, Istanbul, Brussels, Copenhagen, Tokyo.
Siti web:
www.worldtribunal.org e www.wti-italia.org





LA GUERRA IN IRAQ STA CALPESTANDO ANCHE I NOSTRI DIRITTI!



L´Art. 11 della Costituzione dovrebbe garantirci la pacifica convivenza proibendo il ricorso alla guerra ed imponendo l'uso della politica per risolvere i conflitti internazionali: questo diritto viene calpestato da chi ha mandato le truppe in Iraq non solo per portare aiuti umanitari ma PER FARE LA GUERRA,

mettendo a rischio la sicurezza di noi tutti.


Che si tratti di GUERRA e non di "peacekeeping" viene dimostrato anche dalla recente "riforma" del codice penale militare: il disegno di Legge Delega 2493, recentemente approvato in senato ed attualmente in esame presso le commissioni Giustizia e Difesa della Camera, prevede, nei luoghi oggetto di missione militare italiana, l'applicazione della legge penale militare di guerra, anche indipendentemente dalla dichiarazione dello stato di guerra, punendo in tale contesto ciò che viene ritenuto illecita raccolta, pubblicazione e diffusione di notizie militari. Così giornalisti, membri di ONG e chiunque decida di diffondere "verità scomode" si troverebbero, a meno di un atto di disobbedienza civile, nella condizione di dover non vedere, non sentire e non parlare.


L´Art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo dovrebbe garantirci il libero accesso alle informazioni: ma il monopolio delle TV da parte dell'attuale occupante di Palazzo Chigi e le ripetute falsificazioni dei TG rispetto alle ragioni e alla condotta della guerra, ci privano, a tutti gli effetti, della possibilità di giudicare ciò che i nostri governi stanno facendo realmente in Iraq.


Ma continuiamo ad essere tenuti responsabili, agli occhi del popolo iracheno e dalla storia,
delle conseguenze di ciò che fanno i nostri governi laggiù.



RIAFFERMIAMO I NOSTRI DIRITTI CALPESTATI!
("NOSTRI" = DI NOI TUTTI, ITALIANI, AMERICANI, IRACHENI...)

PARTECIPIAMO AL

TRIBUNALE MONDIALE SULL'IRAQ (sessione sulla disinformazione dei mass media)

10-13 FEBBRAIO Aula Magna, Università di Roma Tre