MANIFESTAZIONE
INTERNAZIONALE
CONTRO L'ALLARGAMENTO DELLA BASE OFFENSIVA
AMERICANA
A VICENZA (AEROPORTO DAL MOLIN)
SABATO 17 FEBBRAIO
Per
i treni e pullman speciali per poter partecipare da
Roma, |
Amplia
la pace non ampliare la base
Senza ascoltare la voce unitaria
dei cittadini di Vicenza, il governo ha dato il nullaosta
all’ampliamento della base militare USA nell’aeroporto
Dal Molin. I vicentini non vogliono ospitare né finanziare la
nuova base militare di Camp Ederle.
Noi,
manifestanti a Vicenza il 17.2.07, crediamo:
-che non si debba
in alcun modo sostenere la strategia della guerra globale
-che
la pace non si costruisca con l’aumento di soldati, armi e
strumenti di morte
-che le idee di una intera città,
sostenute da tutta l’Italia, sono più importanti degli
accordi presi dal precedente governo
Pertanto siamo:
-per
un reale protagonismo delle comunità locali e dei cittadini
-per la difesa della terra e dei beni comuni
-per un
radicale cambiamento della politica estera italiana a cominciare
dalla ridiscussione dei rapporti del nostro paese con la NATO e gli
USA
-per una forte riduzione delle spese militari a fronte
dell’aumento nell’ultima finanziaria
-per il
ritiro dei nostri soldati dall’Afghanistan
-per la
revisione e la riconversione ad uso civile di tutte le servitù
militari presenti nel nostro paese, a partire dalla base di Vicenza e
da Camp Darby, base USA situata in Toscana.
INVITIAMO
TUTTI E TUTTE A MOBILITARSI PER QUESTI OBIETTIVI E PARTECIPARE ALLA
MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE DI VICENZA SABATO 17 FEBBRAIO
Tavolo fiorentino per la manifestazione del 17 febbraio a
Vicenza
Per partecipare (trasporti, contatti):
Per i ricchi: Eurostar 9462 del 17/02/2007 da Roma
Termini (06:52) a Padova (10:56) Per gli esseri umani normali: TavolaPace Bus 30 euro, partenza piazzale della stazione Ostiense ( p.zza dei Partigiani ) ore 5,30. CONFERMA TELEFONICA: . cell. 3498123951
|
Per
informarti visita www.altravicenza.it
Afghanistan:
c'è in corso una occupazione coloniale anche lì
A
febbraio era prevista una marcia per ritirare le truppe italiane,
ma...
Poi l'ala sinistra del governo è dovuto arrivare ad un compromesso con le altri componenti: si accetta per ora le truppe in Afghanistan, MA:
con nuove regole di ingaggio che ne proibiscono in modo ancora più rigida l'uso per scopi offensivi e
con una promessa di ritiro anticipato rispetto alla scadenza concordata del 2011 (quindi non quest'anno ma neanche fino al 2011).
Inoltre,
l'ala sinistra del governo ha ottenuto la legge che protegge le
coppie di fatto (una volta i PACS, ora i DICO), malgrado
l'opposizione dell'ala destra del governo e dei partiti di destra.
Quindi si vede che Prodi ha giocato a tutto campo per trovare un
compromesso tra le ali che tenga.
Infine, ma questo è
soltanto ufficioso, il governo accetta di rivedere il memorandum
autorizzando l'allargamento della base militare americana a Vicenza
(presso l'aeroporto Dal Molin) – non nella sostanza, ma
nell'implementazione. Ma questo cavillo ci consente uno spazio di
manovra per chiamare in causa il concetto stesso dell'utilizzo
dell'Italia come trampolino per le guerre offensive americane nel
mondo.
(Dal Molin, se costruito, sarà la più
grande base offensiva americana nel mondo! E già in Italia ci
sono più truppe americane oggi che non alla fine della seconda
guerra mondiale. E non stanno qui per fare il turismo.)
La discussione: |
Incontro
Nazionale Sabato 16 dicembre 2006 ore 11.00 Sala Salesiani via
Marsala, 42 (di fronte all'uscita laterale della Stazione
Termini)- ROMA
-- Reti e associazioni del Movimento per la pace e contro la guerra
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Informazioni sull'opportunità del ritiro qui: |
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L'occupazione militare non vince. Vogliamo un paese amico? Invece di mandare altre truppe, offriamo la cooperazione economica. Solo il ritiro dall'Afghanistan può dar vita all'opzione politica di cui parlano Prodi e D'Alema, soprattutto alla luce della vittoria elettorale dei democratici negli Stati Uniti. La politica della guerra preventiva e dell'occupazione militare non ha vinto, e per l'Italia si fa sempre più urgente la necessità di una soluzione politica diversa: un forte impegno civile che sostituisca veramente la presenza militare, sempre più intollerabile per la popolazione, del tutto inutile a porre fine alle violenze sul territorio. I dati ufficiali, tra l'altro, parlano chiaro: solo dall’inizio del 2006, la guerra in Afghanistan ha causato 3700 morti, tra i quali un altissimo numero di civili, il quadruplo delle vittime del 2005. Insomma il nostro Paese si faccia promotore di una politica costruttrice di pace, iniziando a rivedere radicalmente la natura della nostra missione militare in Afghanistan. -- Senatrice Manuela Palermi; Commissione Difesa del Senato, 13/11/06. |
Basta inferire! Il cambiamento da realizzare in quel Paese non può prevedere ancora l’uso della forza militare. Occorre una svolta reale che ridia voce alla politica e alla diplomazia e per questo serve una via di uscita da quel pantano e da quel martoriato pezzo di terra. -- on.le Pino Sgobio, capogruppo del Pdci (Partito dei Comunisti Italiani) alla Camera, 12/11/2006. Che la NATO, da militare, divenga anche un organo diplomatico [Alla recente conferenza della NATO] l'Italia ha presentato la propria proposta di Conferenza internazionale sull'Afghanistan [per far cambiare] strategia. I riferimenti all'urgenza di non limitarsi ad un approccio puramente militare, sembrano più giustificati dal desiderio della Nato di mostrare le sue molteplici facce, da quella civile a quella politica, mentre la logica predominante resta quella delle armi.. -- Senatore Francesco Martone, Commissione Affari Esteri del Senato, 9/12/2006. |
Il
terrorismo “loro” nasce dai soprusi e dalle sopraffazioni
nostri.
Se smettiamo di sopraffare quei popoli,
smetteranno
di fare il terrorismo.
Sembra una formula troppo
semplicistica?
Ricordiamoci: l'11 settembre è stato
non un “attentato contro l'occidente
per odio e per
invidia”, come ama ripetere la TV, ma l'orribile ritorsione
di
un gruppo di Sauditi contro 15 anni di occupazione americana
dell'Arabia Saudita
(con la tortura e l'uccisione delle loro
famiglie e dei loro amici, ecc.)
per mantenere sul trono un
“dittatore amico” che conceda le riserve
naturali del
paese alle multinazionali petrolifere americane.
Siccome
la TV non vi aveva mai raccontato questi fatti antecedenti,
l'attacco
contro le Torri Gemelle sembrava un atto di puro odio
gratuito.
Ma la TV non ci racconta tantissime cose...
Via
tutte le truppe dall'Iraq e dall'Afghanistan!
Non creiamo
altre Arabia Saudita!