All’incontro tenutosi a Caracas a cui hanno partecipato circa 250 intellettuali e artisti provenienti da 52 paesi del mondo ha prodotto, fra l’altro, 10 voluminosi documenti, tanti quanti erano i tavoli di lavoro che ci hanno visto impegnati su questioni quali:

1)IN DIFESA DEL NOSTRO PIANETA PER TUTTI

2)IN DIFESA DELL’INTEGRAZIONE DEI POPOLI

3)IN DIFESA DELL’ECONOMIA EMANCIPATRICE E SOLIDALE

4)IN DIFESA DELLA SOVRANITA’ E DELLA LEGALITA’ INTERNAZIONALE

5)IN DIFESA DELLA UNITA’ E DELLA DIVERSITA’ E DELLA CULTURA PER TUTTI

6)IN DIFESA DELLA CONOSCENZA PER TUTTI

7)IN DIFESA DELLA PARTECIPAZIONE POPOLARE

8)IN DIFESA DELLA VERIDICITA’ E DELLA PLURALITA’ DELL’INFORMAZIONE

9)IN DIFESA DELLA MEMORIA

10)IN DIFESA DELLA PACE

Le persone della Rete dei movimenti invitate all’incontro hanno dato il loro contributo ai tavoli di lavoro numero 6, 7 e 8. Tutti i documenti relativi al lavoro fatto verranno quanto prima pubblicati in un nuovo sito mondiale in Difesa dell’Umanità .

A Caracas nei prossimi giorni si aprirà un ufficio, il primo nel mondo, in Difesa dell’Umanità e altri ne sorgeranno nei vari paesi. Stiamo pensando di aprirne uno anche a Roma, l’unico scoglio è –al solito!- l’assenza di mezzi finanziari. Vi terremo informati attraverso questo sito delle novità che dovessero sorgere. Intanto, con o senza mezzi, il nostro impegno continua inalterato e chi crede nel progetto può intanto aiutarci nella diffusione del documento-appello che segue e che rappresenta la sintesi del lavoro compiuto dai dieci tavoli.




APPELLO DI CARACAS

INCONTRO MONDIALE DI INTELLETTUALI E ARTISTI

“IN DIFESA DELL’UMANITA’”

CARACAS, 1-5 DI DICEMBRE 2004

Riuniti a Caracas, culla del Liberatore Simon Bolivar, intellettuali e artisti di 52 paesi e differenti culture, hanno convenuto nella necessità di costruire una barriera di resistenza per arginare il progetto di dominazione mondiale che oggi si pretende di imporre.

Viviamo in un’epoca dove le decisoni dell’ONU non sono rispettate; la legalità internazionale è stata spezzata e principi come il non intervento negli affari interni degli Stati e il concetto di sovranità sono stati aboliti. La convenzione di Ginevra sui prigionieri di guerra e protezione delle popolazioni civili, sono stati violati; i detenuti sono torturati e umiliati; si sono creati penitenziari fuorilegge nei territori usurpati di Guantanamo e dell’Iraq. Le invasioni e devastazioni in Irak, le minacce contro altre nazioni del Medio Oriente, il martirio del popolo palestinese e gli interventi delle grandi potenze in Africa, rivelano la pretesa di imporre a ferro e fuoco un ordine basato sulla forza.

Gran parte di tali aggressioni hanno come obbiettivo quello di appropriarsi delle riserve di idrocarburi, minerali, biodiversità e acqua dei paesi meno sviluppati. Appoggiamo il diritto dei popoli a mantenere il controllo sulle proprie risorse e rifiutiamo gli interventi volti ad espropriargliele.

I crimini contro il popolo iracheno dimostrano fino a che punto possono arrivare i media e i governi che si proclamano difensori dei diritti umani. L’eroica città di Falluja, oggi rasa al suolo, rimarrà il simbolo di un tragico momento storico, ed è nostro dovere denunciare tale atrocità.

Parte del progetto di dominazione si prefigge l’annessione economica dell’America Latina e dei Caraibi attraverso l’ALCA e altri piani e accordi commerciali e finanziari che minano l’indipendenza e le opportunità reali di sviluppo di questi paesi. Cresce il pericolo di nuove forme di interventi e aggressioni come risposta all’intensificarsi delle lotte sociali e i processi di cambiamento che sta vivendo quella parte del mondo. Le nozioni di “guerra preventiva” e “cambiamento di regime” proclamati dalla dottrina ufficiale del governo degli Stati Uniti, le sue minacce a tutti i paesi che non compiono gli interessi imperiali o che rivestono una importanza strategica. Un recente esempio è l’intervento ad Haiti. Oggi, più che mai, è necessario mobilitare la solidarietà al Venezuela, a Cuba e a tutte le cause popolari del continente.

Esprimiamo inoltre la nostra solidarietà con i popoli dell’Iraq, Palestina, Afganistan e tutti gli altri che resistono all’occupazione e all’aggressione imperialista.

Una componente cruciale della lotta globale contro le avventure imperialiste - insieme alle forze che in Europa, America Latina e altre parti del mondo si sono manifestate contro la guerra- è la mobilitazione dei settori più consapevoli del popolo statunitense.

Condanniamo il terrorismo, ma siamo contro l’utilizzazione politica che si è fatta della cosiddetta “guerra contro il terrorismo” e l’appropriazione fraudolenta di valori e concetti come democrazia, libertà e diritti umani. Ci opponiamo a che si spaccino per “terrorismo” la resistenza dei popoli e di “guerra contro il terrorismo” le aggressioni degli oppressori.

Mentre si dilapidano risorse incalcolabili nell’industria militare, altri strermini silenziosi hanno luogo quotidianamente, a causa della fame, dei problemi sociali, dell’estrema povertà, delle malattie curabili e delle epidemie. La sofferenza dei popoli dell’Africa, Asia, America Latina e Caraibi, come risultato delle politiche promosse dalle istituzioni finanziarie internazionali, è ignorata da coloro che pretendono di dominare il mondo e dalle elite globali che beneficiano della rapina neocolonialista. L’assenza di programmi per reali soluzioni ai problemi è un altro segnale della disumanizzazione che caratterizza la nostra epoca.

Facciamo nostre le lotte dei lavoratori e di tutti gli esclusi: i disoccupati, gli sfruttati, le donne, i popoli indigeni, afro-discendenti e originari, i migranti, le minoranze sessuali, i giovani senza futuro, i bambini senza protezione e le vittime del commericio sessuale. Appoggiamo le rivendicazioni di coloro che difendono i propri diritti e la propria identità di fronte alle pretese totalitaristiche e omogenizzatrici della globalizzazione neoliberale.

Sprovvista di un livello minimo di alimentazione, attenzione medica, energia elettrica, casa e acqua poltabile, una gran parte dell’umanità è sacrificata da un sistema che esaurisce le risorse naturali e distrugge il medio ambiente con l’irrazionale dilapidare consumistico mettendo in pericolo la sopravvivenza della specie umana.

La stragrande maggioranza dell’umanità ha un accesso assai limitato all’educazione e alla conoscenza ed è esclusa dai benefici che derivano dalle nuove tecnologie dell’informazione e della produzione di medicinali generici. Il sistema economico dominante genera la mercantilizzazione della maggior parte della produzione intellettuale, la privatizza e la trasforma in uno strumento atto a perpetuare la concentrazione della ricchezza e l’addomesticamento delle coscienze. E’ urgente impedire che la OMC, con la sua pretesa di trasformare il mondo in mercanzia, annienti le diversità culturali.

La concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione di massa trasforma la libertà di informazione in una frode. Il potere mediatico, al servizio del progetto egemonista, distorce la realtà, manipola la storia, fomenta qualsivoglia forma di discriminazione e promuove la rassegnazione di fronte all’attuale stato delle cose, presentandolo come l’unico possibile.

E’ necessario passare all’offensiva con azioni concrete. La prima delle quali, decisa in questo Incontro, consiste nel creare una rete di informazione, solidarietà, coordinamento e mobilitazione che vincoli gli intellettuali e artisti ai Fori Sociali e alle lotte popolari e garantisca la continuità di questi sforzi e delle sue articolazioni in un movimento internazionale “In difesa dell’umanità”.

E’ fondamentale combattere la propaganda dei centri egemonici facendo circolare le idee emancipatrici attraverso tutte le vie percorribili: internet, stampa alternativa, emittenti radio, televisioni e media comunitari, cinema ecc. e diffondere i progetti di sviluppo, partecipazione e educazione popolare affinché possano convertirsi in tangibili riferimenti per la ricostruzione delle utopie che danno impulso alla storia.

La realtà venezuelana dimostra che la mobilitazione popolare è capace di conquistare e mantenere il potere del popolo e dare slancio e difendere le grandi trasformazioni in suo beneficio. Manifestiamo la nostra gratitudine al governo bolivariano, al popolo del Venezuela e al suo presidente Hugo Chavez per l’impegno che profonderanno nel futuro di questo neonato movimento internazionale “In Difesa dell’Umanità”.

In questa epoca specialmente pericolosa, rinnoviamo la convinzione che un altro mondo non solo è possibile ma è imprescindibile, e ci impegnamo a chiamare alla lotta con crescente solidarietà, unità e determinazione.

In difesa dell’umanità, riaffermiamo la nostra certezza che i popoli avranno l’ultima parola.