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SE MI AMMAZZANO E' COLPA DI BUSH


Il Presidente del Venezuela, Hugo Chávez Frías, attraverso un programma di radio e televisione, ha denunciato e allertato il mondo, i governi dell' America Latina e i venezuelani, che gli Stati Uniti " stanno preparando aggressioni contro il paese". Ha proseguito dicendo che "Il Venezuela ha deciso di essere libero. Non si inginocchierà più davanti a nessun dominatore".

Ha detto Chavez che "rappresentanti del governo statunitensi cercano di creare opinioni internazionali contrarie alla sua gestione per giustificare un attacco e ha ricordato come ci abbiano già provato altre volte senza riuscirci". Ha aggiunto poi che "Se gli dovesse succedere qualcosa il responsabile di ciò è il Presidente Bush, desidero che il popolo venezuelano lo sappia, non intendo nascondermi a Miraflores (il palazzo del governo n.d.r), continuerò a camminare per la strada anche se so che sono condannato a morte.

Se mi assassinano c'è un responsabile e si chiama Bush, lo dico davanti al mondo. Ha aggiunto che se dovesse succedere qualcosa il mondo deve sapere chi è stato, la rivoluzione bolivariana deve continuare e il Venezuela deve smettere di somministrare petrolio agli Stati Uniti".



Le minacce a Chavez e i tentativi di eliminarlo -provati da documenti CIA- non sono nuove, ma in queste ore si stanno intensificando, è perciò quanto mai necessario che questa mail venga diffusa il più possibile. Abbiamo un unico mezzo per frenare la barbara politica di Washington ed è quello del tam tam. Ci stiamo dando tutti da fare, ciascuno come può, anche il direttore de Le Monde Diplomatique ha scritto un articolo al proposito (e ci ha mandato una mail di grande preoccupazione) che troverete presto tradotto sul sito www.boylan.it/rete






DAI MEDIA

DA LE MONDE DIPLOMATIQUE


Ammazzare Chavez?

di Ignacio Ramonet
Ignacio Ramonet è direttore de Le Monde Diplomatique


Roger Noriega, il sottosegretario di Stato statunitense per l'America Latina, ha dichiarato lo scorso 13 febbraio, nel canale spagnolo della CNN , che « è motivo di preoccupazione dei nostri soci nelle Americhe e anche per la gente venezuelana l'acquisto da parte del governo del Presidente del Venezuela Hugo Chavez, di un lotto di 100 fucili d'assalto AK-47 e di 40 elicotteri alla Russia".  Ha aggiunto che il "riarmo del Venezuela è molto preoccupante".  Già lo scorso gennaio, la nuova segretaria di Stato, Condoleezza Rice, aveva accusato Hugo Chavez di esercitare « un' influenza destabilizzatrice in America Latina ».  Lo stesso presidente Bush, nel dicembre 2004, ha ribadito che l'acquisto di queste armi "dovrebbe essere motivo di preoccupazione per i venezuelani ».

Il Venezuela, uno dei principali fornitori di idrocarburi degli Stati Uniti, ha smentito l'attribuzione di una corsa al riarmo e ha ricordato che Washington rifiuta di vendergli i pezzi di ricambio dei suoi caccia da combattimento F-16, ragione per la quale Caracas sta pensando di comprare aerei Mig dalla Russia y Toucan dal Brasile.

Ma questa nuova offensiva verbale conferma la volontà statunitense di osteggiare il presidente Chavez.  L'inequivocabile vittoria elettorale di quest'ultimo al referendum revocatorio del 15 de agosto de 2004 ha dimostrato che egli conta con l'appoggio della maggioranza dei cittadini.  Cosa che fu nuovamente dimostrata nelle consultazioni regionali dello scorso ottobre.  Nessuna manovra sporca – neppure il tentato colpo di Stato dell'aprile del 2002 appoggiato da Washington

- ha potuto frenare il progetto di trasformazione sociale, in una cornice di democrazia e di libertà, che sta promuovendo Hugo Chavez.

Il suo successo personale al Forum sociale di Porto Alegre, dove più di quindicimila giovani entusiasti hanno acclamato il suo discorso, lo ha trasformato in una figura di riferimento per tutta la sinistra latino americana.

Ragione più che sufficiente affinché i falchi di Washington accentuino le loro pressioni contro di lui.  Non hanno ancora collocato il Venezuela fra i "sei bastioni della tirannia mondiale" ma si percepisce che il paese è già al primo posto nella lista d'attesa.  E benché ancora non osino usare contro Caracas l'ormai abituale argomento di possedere "armi di distruzione di massa" vediamo già come stanno tentando di trasformare, attraverso un'offensiva propaganda mediatica, un lotto di armi leggere in un "pericolo per la sicurezza dell'emisfero"...

E' ragionevole temere che la prossima tappa sia il crimine di Stato:

l'assassinio di Hugo Chavez.  Il vice presidente venezuelano José Vicente Rangel ha mostrato fotografie che dimostrano l'esistenza a Homestead, Florida, di un campo di allenamento di paramilitari destinati a incursioni in Venezuela e che agiscono in concerto con le autorità statunitensi.  Alcuni di questi terroristi stanno già operando in territorio venezuelano.  Prova di ciò: il 2 maggio dello scorso anno, fu detenuto nei dintorni di Caracas un gruppo di 91 paramilitari colombiani, legati alla CIA, il cui obbiettivo era quello di ammazzare Chavez.  Il capo del gruppo, José Ernesto Ayala Amado « comandante Lucas » ha ammesso, secondo la sua medesima confessione, che la sua missione consisteva nel « tagliare la testa a Chavez ».

Nelle file dell'opposizione si caldeggia la via al “magnicidio”.  Il 25 luglio del 2004, in pieno dibattito sul referendum revocatorio, l' ex-

presidente Carlos Andrés Pérez, in una intervista pubblicata ne El Nacional, quotidiano di Caracas, non si fece problemi a confessare: “ Sto lavorando per sollevare Chavez [dal potere].  La violenza ci permetterà di sollevarlo.  Chávez deve morire come un cane” Un altro oppositore, Orlando Urdaneta, il 25 de octubre de 2004, nel canale 22 di Miami dette ordine, in diretta, suoi uomini di passare ai fatti : « L'unica soluzione per il Venezuela è eliminare Chavez : una persona con un fucile e una mira telescopica, ed è fatto.  » Il recente assassinio del magistrato Danilo Anderson rende evidente che non sono solo parole.  I falchi delle dimensioni di George W.

Bush, Condoleezza Rice o Roger Noriega riprendono ora, a loro volta, le minacce e questo è segno innegabile che il progetto di ammazzare Chavez è all’ordine del giorno.  E' il momento di denunciarlo per dissuaderli dal realizzarlo.  Sennò, nelle vene aperte dell'America Latina, torneranno a scorrere fiumi di sangue.

(traduzione: Marina Minicuci)









ENGLISH / INGLESE



Chavez: US wants me assassinated


Monday 21 February 2005, 4:15 Makka Time, 1:15 GMT.  Venezuelan President Hugo Chavez has threatened to suspend oil exports to the US if someone tries to assassinate him.


"If they kill me, there will be a really guilty party on this planet whose name is the President of the United States George Bush," Chavez said on Sunday during his weekly radio programme Hello, Mr President.


"If, by the hand of the devil, those perverse plans succeed... forget about Venezuelan oil, Mr Bush," he said.


Chavez said he was convinced that Washington was "sketching out the assassination plans" before his Bolivarian Revolution advances in Venezuela and Latin America.


Chavez revealed a week ago that Cuban President Fidel Castro had warned him of a US assassination plot.


"Now, I am going to say it. Neither Fidel Castro nor I talk nonsense."


US Secretary of State Condoleezza Rice recently called Chavez "a negative force" in Latin America, and the State Department backed Colombia in a recent dispute between the Caribbean neighbours over the arrest of a Colombian rebel in Caracas by Colombian officials without Venezuela's knowledge or consent.


Blaming Bush


"If something happens to me, I blame the president of the United States," Chavez said.



"If they kill me, there will be a really guilty party on this planet whose name is the President of the United States George Bush"


Hugo Chavez, Venezuela president


"I will not hide. I am going to be in the streets with you. I entrust myself to God, but I know that I have been condemned to die," Chavez said.


"Each second of my life I will spend in the struggle and God's will be done," he said.


Castro said on 12 February: "If Chavez is assassinated, the blame will fall on Bush.


"I say that as someone who has survived hundreds of the empire's [assassination] plans," he said.


Chavez also recently accused the US of being involved in an April 2002 coup, which removed him from power but only for two days.


Venezuela is the only Latin American member of the Organisation of the Petroleum Producing Countries or Opec, and sells about 1.5 million barrels daily to the US.





FLASH

ULTIME NOTIZIE IN SPAGNOLO
(in attesa di traduzone)



Da: Yamila Cohén

Data: 21 febbraio 2005 16:36:23

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Oggetto: CHÁVEZ RESPONSABILIZÓ AL GOBIERNO NORTEAMERICANO DE CUALQUIER ATENTADO EN SU CONTRA

PRESIDENTE CHÁVEZ RESPONSABILIZÓ AL GOBIERNO NORTEAMERICANO DE CUALQUIER ATENTADO EN SU CONTRA

Advirtió que desde el norte tratan de desestabilizar el país