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Aggiornamento sull'iter di approvazione della
Delega al Governo per la revisione dei Codici Penali Militari

Martedì, 12 aprile, nel corso della seduta durante la quale era prevista la discussione sulla Delega al Governo per la revisione dei Codici Penali Militari, l'assemblea della Camera ha chiesto l'inversione dell'Ordine del Giorno dei lavori, richiesta che ha fatto ulteriormente slittare la discussione.

Il presidente dell'assemblea ha chiuso il dibattito su questo punto, affermando che avrebbe posto la proposta di legge delega al primo punto della seduta di lunedì prossimo. Se anche durante la seduta di lunedì, che inizierà nel primo pomeriggio, vi fossero ulteriori incertezze sul punto all'Ordine del giorno che prevede la discussione della legge delega (ovvero si proponessero ulteriori slittamenti), opererà per escludere tale punto dall'OdG dei lavori dell'assemblea di questa legislatura.

La vittoria non è quindi certa. Potrebbe verificarsi quello che desideriamo, ovvero che la legge non si discuta mai più, o che effettivamente inizi la discussione definitiva per poter consentire il passaggio della proposta al Senato.

Il parere delle parlamentari Elettra Deiana e Silvana Pisa, che sono intervenute al sit in davanti a Montecitorio, e' che possa verificarsi l'effettiva impossibilità per il Governo di giungere a un punto definitivo in tempi utili.

Per quanto riguarda le iniziative a sostegno della campagna, ti informiamo che l'appello sul sito http://www.ostinatiperlapace.org ha raggiunto quasi 2500 adesioni. Ti chiediamo di aderire e comunque di far aderire più persone possibili.

Ti invitiamo anche a inviare delle email di sensibilizzazione ai parlamentari e ad attivarti sul tuo territorio per evitare che la modifica ai codici militari venga approvata.

La pressione da parte degli enti locali prosegue.

Il consiglio comunale di Ferrara ha infatti approvato un Ordine del giorno contro la censura preventiva sulla guerra. Analogo testo è stato presentato discusso in consiglio provinciale e la votazione, slittata per mancanza di numero legale, è prevista per la settimana prossima.

Al seguente link maggiori informazioni e il testo dell'Ordine del Giorno.
 http://www.ostinatiperlapace.org/ostinati/articles/art_10652.html 

Firma l'appello:
 http://www.ostinatiperlapace.org/ostinati/articles/art_8713.html 

Pressione tramite email ai parlamentari:
 http://www.ostinatiperlapace.org/ostinati/articles/art_9950.html  

Fai approvare dagli enti locali del tuo territorio un ordine del giorno contrario all'approvazione della legge:
 http://www.ostinatiperlapace.org/ostinati/articles/art_9684.html  

Grazie del sostegno.

Campagna contro la revisione dei Codici Penali Militari
Contatti - Manuele Messineo: 3495705059       Daniela Degan: 3382144489



 




ARCHIVIO DELLE NOTIZIE


Campagna contro la riforma dei codici militari di guerra e di pace

Per adesioni e informazioni : artundici@libero.it www.ostinatiperlapace.org

Manuele Messineo 3495705059 - Tiziana Boari 339 7556744


INCONTRO PUBBLICO

« no alla censura preventiva sulla guerra »


L’iter legislativo della legge delega al governo per la riforma dei codici militari di guerra e di pace e le sue conseguenze


Giovedì 17 febbraio 2005 ore 17

Sala Walter Tobagi, Federazione Nazionale della Stampa

C.so Vittorio Emanuele 349, Roma


Intervengono : Paolo Serventi Longhi, (segretario generale FNSI), Gabriele Polo (direttore « il manifesto »), Fabio Alberti (presidente « Un Ponte Per.. »), Maria Cuffaro (giornalista RAI), Claudio De Fiores (costituzionalista),

On. Elettra Deiana (PRC), On.Silvana Pisa (DS) e ad altri parlamentari, esponenti del Cocer, dell’associazionismo e giornalisti .

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Il rapimento della giornalista italiana Giuliana Sgrena ha reso chiaro a tutti quanto sia importante la libertà di stampa, quella del « non scrivo se non vedo », quella delle piccole grandi vicende che annegano sempre nella Grande Storia scritta dai cosiddetti « vincitori ». Proprio in questi giorni la Camera dei Deputati si accinge a discutere una ipotesi di legge delega che , se approvata in via definitiva dopo aver già passato l’esame al Senato, negherà ai giornalisti (e non solo) la possibilità di informare in modo completo e diretto dalle zone di guerra, applicando attraverso la riforma del codice militare di guerra (e di pace) una censura preventiva. Giornalisti, membri di ONG e chiunque decida di diffondere « verità scomode » si troverebbe, pertanto, nella condizione di dover non vedere, non sentire e non parlare. Per impedire questo riteniamo fondamentale chiamare alla mobilitazione generale .


Adesioni:

ARCI, ART11, Articolo 21, Associazione "Aiutiamoli a Vivere" (Passage to the South), Associaizone Aprile-Roma, Associazione Federativa Femminista Internazionale, Associazione Obiettori Nonviolenti, Attac Italia, Bastaguerra Roma, Beati costruttori di Pace, Comitato Fermiamo la Guerra di Milano, Comitato Scienziate e Scienziati Contro la Guerra, Donne in Nero, Ecoradio, FNSI, Federazione dei Verdi, FIOM, forumdelteatro.org, Forum Difesa Salute, GAVCI Legambiente, G.I.M., "Informazione@futuro”, Mediterranean Womens’ Press Network, Organizzazione di Volontariato A.L.J. (Aiutiamo la Jugoslavia), Pane e rose ONLUS, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Umanista di Milano, Partito Umanista di Trieste, Pax Christi Roma, Peacelink, Radicali di sinistra, Radio Città' Aperta, Il Ponte, Redazione del sito www.giovaniemissione.it, Rete dei Movimenti, Rete di Lilliput, Reti di Pace - laboratorio Monteverde, Rete Radiè Resch, SinCobas, USIGRAI,, Un ponte per..., Unimondo.org, WILPF Italia







da  Ostinati per la pace  e  ArtUndici




Appello: Fermiamo la censura preventiva sulla guerra


Il disegno di legge delega per la revisione delle leggi penali militari (di pace e di guerra), recentemente approvato al Senato e di prossima votazione alla Camera, prevede, nei luoghi oggetto di missione militare italiana, l'applicazione della legge penale militare di guerra, anche indipendentemente dalla dichiarazione dello stato di guerra, punendo in tale contesto ciò che viene ritenuto illecita raccolta, pubblicazione e diffusione di notizie militari.


Ciò comporterebbe tra l'altro, nell'attuale tempo di guerra (o pace?) permanente, l'applicazione degli articoli 72 e 73 del Codice Penale Militare di Guerra che prevedono che:


Chiunque si procura notizie concernenti la forza, la preparazione o la difesa militare, la dislocazione o i movimenti delle forze armate, il loro stato sanitario, la disciplina e le operazioni militari e ogni altra notizia che, non essendo segreta, ha tuttavia carattere riservato, per esserne stata vietata la divulgazione dall'autorità competente, è punito....con la reclusione militare (cioè in un carcere militare) da due a dieci anni. Mentre chi diffonde o comunica tali notizie è punito con la reclusione militare da cinque a venti anni.


Così giornalisti, membri di ONG e chiunque decida di diffondere "verità scomode" si troverebbe, a meno di una scelta rivolta alla disobbedienza civile, nella condizione di dover non vedere, non sentire e non parlare (come le famose tre scimmie).


L'obiettivo di questa revisione dei codici penali militari è, di fatto, quello di offrire un contributo normativo alla costruzione del nuovo ordine (o disordine) globale e alle teorie della guerra permanente.


Normare l'emergenza bellica per normalizzare la guerra.

Inoltre è alto il rischio di una definitiva decostituzionalizzione del concetto di "tempo di pace" e "tempo di guerra", sino a una integrale perdita di senso di quanto stabilito dall'art. 11, il cui valore quale principio fondamentale della nostra Costituzione è stato già pesantemente messo in discussione da altri atti posti in essere da questo e da altri governi e precedenti assemblee parlamentari del nostro Paese.


Bisogna allora tentare di invertire la rotta e tentare di recuperare un'altra idea di codice militare, incardinato sui principi costituzionali, che riconosca la centralità del parlamento (e non di un governo delegato) e che soprattutto sia in grado di fare i conti con quel ripudio della guerra che è parte integrante della Costituzione repubblicana e oggi anche della coscienza politica di tanta parte dell'opinione pubblica (italiana e internazionale).


Risulta, quindi, urgente reagire alla sistematica compressione delle garanzie costituzionali (basti pensare alla violazione dell'art. 11 della Costituzione), affermando e salvaguardando con forza la libertà di informazione ed il diritto ad informare ed essere informati, soprattutto riguardo a fatti di forte drammaticità e peso civile, nei quali una corretta informazione è principio della capacità di controllo e valutazione dell'operato delle istituzioni a governo del Paese.


E' possibile aderire on line su
http://www.ostinatiperlapace.org/ostinati/articles/art_8713.html
o dare la propria disponibilità ad attivarsi mandando una e-mail all'indirizzo
artundici@libero.it
o chiamando telefonicamente Manuele Messineo al 3495705059.