Inglese per la Comunicazione Interculturale - Esame finale 2001-2002  -  Gli appelli

Sessione estiva
Primo appello: prova scritta: venerdì, 14.6.02, ore 10, Aula 2.
Chi supera la prova scritta (al primo appello) ed è soddisfatto del voto riportato, non deve presentarsi alla successiva prova orale; può verbalizzare il suo esame subito:
Verbalizzazione della prova scritta, giovedì, 27.6.02, ore 10.30, Aula Magna.
Chi invece non è soddisfatto del voto riportato e vuole riprovare
(non verrà tenuto in considerazione in nessun caso l'esito del primo appello)
può presentarsi al
Secondo appello: prova orale, lunedì, 5.7.02, ore 10, Aula 2.
 
 

Sessione invernale (Le correzioni apportate il 11.01.03 sono evidenziate in giallo)

Primo appello: prova "orale" (=prova scritta la mattina, prova orale il pomeriggio):
venerdì, 31.01.03, ore 9, Aula 2.

Secondo appello: prova "orale" (=prova scritta la mattina, prova orale il pomeriggio):
martedì, 31.01.03, ore 9, Aula 2.


Stesse modalità di cui sopra.
Verranno affissi nel primo pomeriggio i risultati degli scritti.  Lo studente potrà dunque procedere a verbalizzare il voto o, se non è soddisfatto del voto riportato, a sostenere la prova orale.  E' dunque opportuno presentarsi il 31.01.03 avendo con sé un foglio di carta con i cinque siti internet scelti: serviranno per l'eventuale prova orale (in aula 2 per le domande su Byram & Fleming, nel laboratorio linguistico per la valutazione dei siti internet scelti).

Le prove d'esame si svolgono in inglese e verteranno sui testi del programma: un articolo, un libro, e 5 siti web (i titoli sono visibili qui -›_); la prova scritta verterà sull'articolo e sul libro; la prova orale verterà sull'articolo, sul libro, sui siti web e sui contenuti delle lezioni.

Le domande sul libro sono visibili qui -›_; i criteri che verranno usati per giudicare i siti web, nonché l'indicazione dei capitoli del libro che dovranno leggere gli studenti frequentanti vengono indicati qui -›_.  Gli studenti non frequentanti presenteranno l'intero volume.
Ragguagli sull'esame espressi in una e-mail "colloquiale": cliccare -›_
Email sulla data per la consegna dei lavori per l'esonero dei capitoli - cliccare-›_
Email sulle difficoltà di leggere Byram e su come formulare le risposte - cliccare -›_

Gli studenti che hanno partecipato con assiduità alle Special Training Sessions (80% degli incontri) sono esonerati dal libro; verranno interrogati solo sull'articolo, sui siti web e sui contenuti del corso.  Idem per i trainers (capigruppo), a patto che gli studenti nei loro gruppi abbiano effettivamente progredito nell'uso della lingua inglese, rispetto ai livelli di competenza in partenza.  Fanno fede i miglioramenti osservabili nelle recite in aula (finora eccellenti, del resto).





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

E-MAIL CON RAGGUAGLI SULL'ESAME

(questa risposta, invitata ad una studentessa del corso, potrebbe interessare anche altri studenti che capiscono meglio le informazioni se vengono date in un linguaggio non "ufficiale" ma colloquiale.  vi accontento ma poi mi chiedo: come farete nella vita?) 
 

ciao d.a,

Your e-mail (Thu,  2 May 2002 13:19:15 +0200):
___________________________________________________
>Non ho particolari difficoltà nella comprensione del testo. 
>Ci sarà una parte teorica e una legata alla grammatica?. 

no, ci saranno domande sintatticamente semplici sui contenuti 
del testo per appurare la comprensione 
-- del senso esplicito delle parole (livello minimo richiesto)
--  e anche i sensi impliciti, i veri messaggi (livello più 
alto).  Gli studenti frequentanti hanno fatto un lavoro del 
genere su piccoli brani orali (hanno cercato di capire il senso
esplicito o "referenziale" delle battute; poi il senso 
implicito o "l'intento comunicativo").  Per Byram & Fleming e 
il mio articolo, dovranno fare la stessa cosa.  Capire le 
parole (il minimo) e capire dove l'autore vuole parare (il 
massimo).

quindi se capisci il testo non avrai problemi.  altri, 
purtroppo, non sono nella tua condizione.

quest'anno si è potuto iscrivere a CSG chiunque -- persone che 
non hanno mai studiato l'inglese accanto a persone con 12 anni 
di studio alle spalle.  cosa dovevo insegnare ad un gruppo così
etereogeneo, con solo 30 ore a disposizione (che poi divengono 
20 nei fatti)?

Con 30 ore di lezione non potevo insegnare nulla di "pratico" 
alla prima categoria di studente -- almeno, nulla che potesse 
portarlo a saper leggere e parlare in lingua (ci vogliono 
diverse centinaia di ore di lezioni in un corso di lingua 
intensivo per ottenere questo risultato).

quindi, come programma, sto insegnando a vedere l'apprendimento
e l'uso di una lingua straniera da una diverso e più proficuo 
punto di vista: quello, appunto, spiegato nei testi all'esame. 
cioè voglio che gli studenti imparino a dare una diversa 
impostazione ai loro futuri studi dell'inglese (o di qualsiasi 
altra lingua che avranno necessità di padroneggiare). 

penso che le lezioni fatte così (e i testi all'esame) possano 
risultare utile anche alle seconda categoria di studenti, 
quelli che hanno già studiato l'inglese per tanti anni.  Poiché
anche loro l'hanno studiato, ma come sistema logico (mentre noi
essere umani siamo logici solo in apparenza!).  Perciò anche 
loro hanno interesse a imparare che "l'etnografia sul campo" e 
"l'interiorizzazione teatrale" hanno ormai eclissato l'analisi 
grammaticale e l'analisi dei testi come metodi d'apprendimento,
hanno anche eclissato la recita asettica di scene convenzionali
nei corsi "comunicativi"...  almeno nelle scuole ed università 
all'avanguardia in Scandinavia, in una parte della Germania ed 
ora sempre di più in Gran Bretagna.  (Vado a Londra 
giovedì-venerdì proprio per verificare i progressi 
dell'International Association for Languages and Intercultural 
Communication, un po' l'organismo promotore dei cambiamenti.)

Riassumiamo come sarà l'esame in base a questa impostazione
data al corso:

-- ai frequentanti faro' appunto domande, in inglese, sulle 
strategie d'apprendimento discusse in classe (i frequentanti 
portano pochi capitoli del testo, quindi hanno il tempo per 
studiare i loro appunti).   Per esempio, ci sarà una domanda su
una lista di idiozie sull'apprendimento delle lingue a cui gli 
studenti frequentanti hanno dovuto dare il loro parere 
all'inizio dell'anno. 
     se lo studente non sa rispondere, o perché non sa scrivere
in inglese o perché non capisce la domanda o perché non si 
ricorda quello che dice il libro, butta via lo scritto e si 
presenta all'orale.  anzi, chi non sa scrivere in inglese non 
deve neanche presentarsi allo scritto, perde tempo e basta, si 
presenterà direttamente all'orale.

- -a voi non frequentanti faro' domande allo scritto solo sul 
libro e sull'articolo. 

come giudicherò la vostra competenza in lingua?

se allo scritto uno risponde in maniera comprensibile (non sto 
a penalizzare coniugazioni sbagliate ma non ho tempo da perdere
ad indovinare frasi scritte con i piedi), se inoltre mostra di 
aver capito il testo con una risposta pertinente, passa lo 
scritto, piglia un voto e se ne va in vacanza. 

scopo dello scritto è quindi di eliminare dall'obbligo 
dell'orale tutti quelli che saranno in grado di seguire un 
corso in lingua l'anno prossimo e uso come misura di quella 
capacità la leggibilità e la pertinenza delle risposte allo 
scritto.  in caso di dubbio, chiedo allo studente di passare 
all'orale dove posso appurare le sue conoscenze più 
direttamente.

lo so, lo so, il fatto di scrivere risposte decenti non vuol 
dire che lo studente è capace di seguire una lezione tutta in 
inglese l'anno prossimo. molte persone sanno leggere e scrivere
in inglese ma non capiscono una parola di una conversazione. 
lo so.  ma saper rispondere alle domande è comunque una prova 
che l'anno prossimo non devo parlare di grammatica o di 
lessico, già queste cose sono acquisite, quindi posso 
concentrarmi semmai su strategie di ascolto, strategie di 
interpretazione...

cosa succede allo studente se anche all'orale risulta poco 
comprensibile, malgrado le mie domande pazienti?  interpreterò 
questo come segno che non sa un tubo e gli chiederò di studiare
durante l'estate quella roba  grammaticale che uno potrebbe 
pure imparare da solo da un qualsiasi libro, inutile sprecare 
una lezione per spiegare banalità del tipo "Il suffisso "S" 
distingue il singolare dal plurale (complementariamente in 
certi casi):
  (plurale) The studentS work.     (sing.) The student workS."

certo, sarebbe meglio non studiare "quella roba grammaticale" 
dai soliti libri, sarebbe meglio assimilarla induttivamente 
facendo recite poi improvvisazioni mirate a farla assimilare 
indirettamente, e tante altre belle cose.  proprio le cose che 
dicono Byram & Fleming (e anch'io) .  Solo che quelle cose non 
si possono fare con 300 persone in un'aula dove il rimbombo 
impedisce di capire una frase su due, in 30 ore (pardon, 20) e 
basta. 

Conclusione?  tocca accettare ciò che il convento passa, e in 
questo caso la zuppa insipida gratis per i poveri sono i  libri
di grammatica che gli studenti (o i loro fratellini) avranno 
conservato dalla scuola.

Una zuppa un po' più buona si trova nel laboratorio linguistico
al pian terreno di via Ostiense.  Si tratta dei due testi che 
ho consigliato ai principianti assoluti:
- Tuning in
- English file

Quindi suggerirò a chi è a terra in inglese di usare questi 
libri fin quando il laboratorio è aperto.

poi fine settembre ci rivedremo e riproveremo di fare uno 
scambio in inglese sui testi, prima per iscritto poi, se 
necessario, per orale -- come  a giugno.

ora due  considerazioni, uno sull'esame scritto, l'altra 
sull'orale.

1. un furbo (con poca conoscenza dell'inglese)  potrebbe 
decidere  di non farsi stanare allo scritto.  Potrebbe cioè 
imparare a memoria risposte esaurienti alle 22 domande che 
appaiono sul sito del corso.  ma credo che questo sistema non 
funzionerà perché ci sarà anche una o più domande sul mio 
articolo, che non metterò in Internet appositamente.  in altre 
parole, se vedo durante le correzioni delle prove che uno 
scrive le risposte alle domande del libro in un'inglese da 
Churchill, poi scrive le risposte all'articolo in un inglese da
prima media, saprò che mi sta prendendo in giro.  quindi ai 
furbi un consiglio: se dovete proprio mandare a memoria le 
risposte alle 22 domande sul sito, abbiate almeno 
l'intelligenza di inserire volutamente degli sbagli qua e là, 
così le risposte non stoneranno con quelle che darete 
dell'articolo.

2. abbiamo detto che se non va bene lo scritto (oppure se allo 
studente non va il voto ricevuto), butteremo via lo scritto e 
lo studente si presenterà all'orale.  qui ci saranno non solo 
domande sui testi, ma anche sulla prova del sito web.  come si 
svolge? 

lo studente mi offre 5 siti, ne scelgo uno, lo carichiamo e lo 
studente fa l'attività che si vede sullo schermo.  do per 
scontato che lo studente farà l'esercizio bene (l'avrà già 
ripetuto a casa).  In base a che cosa allora potrò assegnare un
voto?  il criterio è quello già spiegato sul sito web del 
corso:  più efficace è l'esercizio, più vale il punteggio.  se 
lo studente ha capito il libro di B&F e il mio articolo, sa in 
che cosa consiste un lavoro utile per imparare le lingue. non 
credo che sceglierà come sito web un esercizio di coniugazione 
di verbi.  badate bene: io  non disdegnerò un esercizio di 
coniugazione di verbi, lo accetterò pure se fatto bene perché 
la correttezza formale fa comunque parte di un atto 
comunicativo efficace.   ma francamente penso che ci sono cose 
più interessante sul web, più in linea con quello che dicono 
Byram & Fleming e che io dico a lezione (e nell'articolo).

Cosa succede se l'orale non va bene?  l'ho già detto prima: ci 
diamo appuntamento a fine settembre e quest'estate, sotto 
l'ombrellone, lo studente impara ad odiare l'inglese davvero. 
mi dispiacerà ma qual'è la soluzione alternativa? 
- - laurearsi in globalizzazione senza sapere l'inglese e 
quindi senza poter andare nelle riunioni internazionali?  not 
possible. 
- - fare fagotto e cambiare corso di laurea?  ormai quasi tutti
i corsi di laurea hanno l'esame obbligatorio dell'inglese o del
francese o di tutte e due le lingue.  quindi? 
- - lamentarsi che nella scuola vengono mandati insegnanti che 
non fanno altro che farti perdere la voglia d'imparare le 
lingue.  sì, ma lamentarsi non basta.  bisogna premere perché
le cose cambino.  come?  di questo possiamo parlare a voce.
 
 

>Ha già fissato la data>dell'esame?. 
si'
vedi il sito  cgs.boylan.it  (NON mettere www.)

>Ha fissato la data di qualche ultimo esonero?. 

no

ciao

p
 

 Tornare all'inizio della e-mail-›_


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
 
 
 

ULTERIORI RIFLESSIONI SULL'ESAME DI LINGUA INGLESE
 

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DA UN A EMAIL APPENA SCRITTA:
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>le scrivo per cercare di risolvere un quesito che non
>appartiene solo a me ma anche alla maggior parte dei compagni del corso
>in "comunicazione":ormai manca poco all'esame,come facciamo a sapere
>quanti capitoli del libro da lei consigliato vanno studiati realmente? 
 

mi pare di averlo detto a lezione  - - ma forse eri assente quei giorni.
 

>Mi sembrava di aver capito che  piu lavori facevi durante il 
>corso e meno capitoli avresti studiato dopo!!!

giusto.
 

>ma chiaramente tutto si basa sui
>risultati dei lavori svolti!

no.  i lavori che avete fatto sono tutti "opinabili" -- come la realtà.  non vuol dire che QUALSIASI cosa vada bene.  ma vuol dire che tu ti definisci per le risposte che dai, proprio perché più risposte sono possibili per ogni compito.  Vediamo meglio questo concetto per ognuno dei 4 compiti assegnati. 

1. Questionario sui metodi per imparare le lingue:  Come sai, io direi di NO!! a tutte le domane ma uno puo' dire di SI se ha una diversa visione di ciò che significa "sapere una lingua."  Basta che sappia giustificarla.   Poi nella vita sono cavoli suoi.   Quindi nessun voto è possibile semplicemente leggendo il foglio consegnato.

2. Intervista sul Tempo:  Nessuna delle interviste è stata fatta con criterio etnografico;  quindi nessuno dà risultati attendibili sulla "visone del tempo" di un anglofono. sono dunque da bocciare tutti? 
no, in quanto lo scopo dell'attività  era un altro: introdurvi al concetto che la grammatica non si trova nel manuale usato a scuola bensì nelle PRATICHE DISCORSIVE dei parlanti nativi che hai davanti, da studiare da antropologo o etnografo.  certo, per impostare bene il lavoro, sarebbe stato meglio usare un manuale di "eliciting" (come far rispondere un "nativo parlante" usando criteri scientifici) ma  non c'era il tempo per farlo.

3. Ascolto nastro e interpretazioni messaggi: Qui ho visto compiti davvero strabilianti.  ma come è possibile -- mi chiedevo -- che quegli studenti abbiano sentito intenti così (diciamo) originali??!!  eppure non è escluso al 100% che i personaggi -- soprattutto quelli dialettali o popolari -- non avessero proprio gli intenti attribuiti loro.  (io ho basato i miei giudizi sulle convenzioni della prosodia dell'inglese recitato.  ma nella vita reale si sente di tutto.)  allora che voto metto?  nessuno.  il lavoro serve per far capire la differenza tra livelli di comprensione: a scuola, l'insegnante d'inglese vi ha insegnato i livelli A e B (i due livelli iniziali sul foglio degli esercizi).  Ma nella vita ci sono anche e soprattutto i livelli C e D, per quanto necessariamente opinabili.    provare ad indovinarli vuol dire almeno capire che esistono.

4. Scenetta del critical incident: anche qui ho visto certi lavori... proprio surreali.   liste di "caratteristiche" che non hanno nulla di culturale, solo le preoccupazioni del loro autore.   esempio: la studentessa che ha indicato, come tratto distintivo culturale, la polarità  "curati"  <--->  trasandati".   sarebbe da bocciare?  beh, sì,  nel senso che non sa distinguere una pratica comportamentale (estetica o altra) dal valore esistenziale a monte che la determina (Weltanschauung).  ma no, nel senso che, a pensarci bene, il discriminante "esistenziale" che ha scelto la studentessa descrive effettivamente una certa cultura -- quella sua, sicuramente.  del resto, la celebre commedia musicale "Hair" si fonda proprio su una dottrina del genere.  inoltre nel fare il resto del compito, lei ha almeno saputo difendere come esercizio, le ragioni degli spettinati, quindi qualche passo avanti l'ha pure compiuto. 

quindi, in conclusioni, non si trattava di compiti dove potevo facilmente mettere un voto.  dovrei inventare voti all'esame finale, per regolamento, non farmi ripetere quest atto arbitrario anche prima dell'esame!!.

in conclusione: basta aver fatto un compito per avere 2 capitoli in meno nel testo di Byram e Fleming. 

c'erano 4 lavori: quindi chi li ha fatti tutti ha 8 (dei 14) capitoli in meno da leggere.  Ossia deve leggere i 6 capitoli indicati sul sito.

>dove e' possibile trovarli?

quando avro' tempo segno sul sito web, sotto ASSESSMENT/VALUTAZIONE, i 
compiti che ho ricevuto, come controprova. 

ciao

Patrick

 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Your e-mail (Thu, 6 Jun 2002 08:41:09 +0200):
___________________________________________________
>Illustre Prof. Boylan, 

>volevo informarla che molti studenti, pur avendo
>svolto tutte le attività da lei proposte, non hanno consegnato il
>questionario SI-NO in quanto a inizio anno non erano a conoscenza della
>effettiva influenza che questo avrebbe avuto sull'esame finale.
 

non sull'esame (voto) ma sulla quantità di lettura per l'esame.
 

>DOMANDA: dobbiamo fare due capitoli in più?

sì. o più precisamente, dai 14 capitoli siete esonerati da 6 anziché da 
8.

comunque, sto accettando i compiti ancora, quindi se vuoi fallo cercando 
di ricordarti come avresti risposto all'inzio del corso.
motivo: ho messa una scadenza per le consegne per poter fare la lista di 
"studenti poiù numero di capitoli esonerati" e metterla in rete fine 
maggio.  purtroppo sto sempre in mezzo alle correzione delle prove di 
lingue, quindi fai ancora in tempo a mandarmi i lavori mancanti.
 

>E un ultima cosa: le domande sui capitoli del libro e sull' articolo
>saranno a "risposta breve", vincolate ad un certo numero di righe, o
>saranno aperte?

aperte ma visto il tempo non potrai scrivere più di 10 righe (20 se sei 
un razzo).

ciao
p
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


ciao f_____...

Your e-mail (Mon, 10 Jun 2002 12:05:05 +0200):
 ___________________________________________________
>come risposte riesco a dare solamente due righe spesso con
>le stesse parole usate nel testo; [...]
>Pertanto volevo chiederle se saranno considerate accettabili ad esempio
>risposte del tipo "language people are technical people learning the
>skills to become interpreters and translators" alla domanda "What does
>language people mean?", perché al di là di questa definizione trovo
>arduo riuscire ad esprimere altri concetti

quella tua è una risposta minima (davvero minima) ma comunque 
accettabile.

e se tu volessi fare bella figura, come potresti ampliarla?

beh, ecco quello che io metterei, se io rispondesse alla domanda.

o meglio, non ti dico esattamente cosa metterei (mica sto qui a suggerire
risposte), ma ti dico quello che io ricavo dalla lettura del paragrafo 
dove appare il termine "language people": (l'ultimo paragrafo alla p.82, 
che prosegue all p. 83).

se leggi le righe dopo quelle due parole, vedi che gli autori descrivono 
cosa sono "language people": si tratta di persone che studiano o che 
hanno studiato le lingue all'univeristà --  cioè, language people qui 
vuol dire studenti di lingue -- le quali, rincretiniti, vedono le lingue 
come sistemi di regole, non si pongono domande su quello che c'è dietro 
una frase (vedono solo regole), ritengono che imparare la cultura di un 
paese sia immagazzinare meccanicamente ("transmission") le nozioni 
folkloristiche dei soliti corsi di area studies (quindi in un corso 
d'inglese, nozioni come "In Inghilterra si beve il te alle ore 5, c'è il 
Big Ben sopra il Parlamento", ecc.). 

insomma i "language people" -- vale a dire gli studenti di lingue in 
Inghilterra --  sono degli gnocchi. 

non per colpa loro ma per colpa di chi insegna le lingue come sistemi 
grammaticali e dei chi insegna la cultura come fatti turistici.

questi studenti inglesi "gnocchi" (se ci pensi bene) non sono poi così 
diversi dalla maggior parte degli studenti nel nostro corso, con tutto 
rispetto, studenti formati dai corsi d'inglese nelle medie e superiori 
italiane.  come mi permetto di dire una cosa così "insultante" (ma in 
realtà sto insultando gli insegnanti di questi studenti, mica gli 
studenti stessi che non decidono  i programmi scolastici)?  dal 
questionnario SI/NO che vi ho fatto fare all'inzio del corso: il 90% dei 
questionari avevano il 90% delle risposte SI.  Le risposte SI, se mi 
permetti il termine, sono da gnocco.

come vedi, le cose non vanno meglio in inghilterra rispetto all'italia, 
nel campo dell'insegnamento delle lingue.

(per gli autori del capitolo 4, chiaramente: una lingua NON è una serie 
di regole, bensì una serie di ipotesi di regolarità che nascono e muoiono
e che bisogna ridefinire, volta per volta, in ogni atto comunicativo come
ipotesi di significato, da etnografo.  nello stesso modo, la cultura non 
è quella roba turistica che si impara nelle area studies, bensì la forma 
mentis del popolo, la quale ha prodotto un particolare modo di vivere e 
di interagire con gli altri -- la definizione di un etnografo, insomma.)

a questo punto di stai dicendo: aaahhhoo, ma da dove stai tirando fuori 
tutta 'sta roba?  mica vedi tutte quelle affermazioni nelle 4 righe che 
seguono le parole "language people"?

e io rispondo invece di sì.  tranne per il paragrafo tra parentesi (che 
vedo nel paragrafo successivo).

so che non è evidente né è facile a capire tutta quella roba alla prima 
lettura.

perché?

perché gli autori non DICONO.  ALLUDONO.  (all'italiana, quindi te che 
vedi i politici in TV dovresti essere abituato!).   cioè, gli autori non 
dicono che "i laureati in lingue dalle università britanniche  sono degli
gnocchi, punto e basta!"   non lo dicono perché altrimenti farebbero 
inca_ _are i loro colleghi professori nelle facoltà di lingue.   quindi 
non vogliono dire le cose troppo direttamente. 

questo libro quindi, è una denuncia degli attuali modi di insegnare le 
lingue in GB come in Italia (mentre in Francia, Germania e soprattutto 
Olanda e Scandinavia le cose vanno decisamente meglio).  e soprattutto è 
una proposta per insegnare le lingue in una diversa prospettiva.

chiaramente questo fatto di fare critiche in modo velato rende difficile 
la lettura del testo per chi non conosce la retroterra (nel linguaggio 
che abbiamo usato in classe, diremmo che il testo è di "alta 
contestualizzazione").   e ammetto che lo stile degli autori non è lo 
stile TIPICAMENTE anglosassone.  il modo in cui io sto scrivendo ora è 
piuttosto da inglese o da americano. 

però, non generalizziamo:  anch'io uso un linguaggio di alta 
contestualizzazione in certi contesti, per evitare inutili polemiche -- 
nei pezzi che scrivo per gli ordini degli studi, ad esempio (leggi un po'
il mio programma e poi dirmi se capisci qualcosa).

comunque -- come dicevo prima --  tu, da italiano, dovresti essere bravo 
ad indovinare ciò che sta dietro affermazioni che siano insieme generiche
e tecniche: altrimenti come fai a capire certi avvisi in facoltà?  come 
fai a sapere se pioverà domani o meno, dopo aver sentito il solito 
ufficiale dell'aeronautica leggere il bollettino meteorologico dove non 
sembra mai prendere posizioni nette?

ma basta con le polemiche sui modi di esprimersi.  mi hai chiesto cosa si
potrebbe dire su quel paragrafo e ti ho risposto.

se, per la difficoltà di lettura, puoi dire solo la frase banale 
riprendendo i termini del testo, scrivi quella.  l'importante è dire 
qualcosa di sensato e di comprensibile.

ciao

p
 

10/06/2002  18:14:25
 


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

Your e-mail (Wed, 19 Jun 2002 16:46:20 +0200 (CEST)):
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>mi scusi se la disturbo ancora una volta, volevo chiederle quando
>usciranno i risultati dell'esonero.

SE tutto va bene, lunedì prossimo o martedì.  Sto facendo esami per due
corsi di laurea di lingue questa settimana, tutta la giornata, ieri fino
a notte.  Pietà, per favore!

>Sa, ho un po' di timore, dato che ho messo tutto l'impegno affinchè
>rispondessi alla domanda, avendo studiato inglese solo 3 anni di scuola
>media.

Ma che vuol dire "timore"???  Non ci sono bocciati.  Solo promossi per i
superbravi.  E per gli altri, il discorso è rimandato all'orale dove
possiamo parlarci meglio.

Del resto, se hai fatto l'inglese per 3 anni soltanto, non dovrebbe
essere nemmeno possibile che tu abbia potuto rispondere in inglese a
domande complesse su "Relativizing".  Quindi mettiti in testa che hai
fatto una specie di allenamento e via, ci vediamo all'orale.  Dov'è il
problema?  Dov'è la causa del timore?

Ci sarebbe un problema se lo scritto fosse quello tradizionale.  Già! 
Con lo scritto tradizionale, se non lo superi, non hai accesso all'orale
e perdi l'anno (o comunque la sessione).

Ma con il nostro sistema, TUTTI possono fare l'orale... tranne i
superbravi.  A quelli lì do un bel 30 subito, così non devo perdere tempo
ad interrogarli all'orale.

Ripeto, che timore hai?  Probabilmente non hai superato lo scritto e
passerai all'orale .  E con questo? 

Volevi essere subito uguale a quelli con 10-15 anni d'inglese alle spalle
e prendere subito un 30?   Boh, non ti capisco.

Ho detto a voi altri che avete pochi anni di studio alle spalle, che non
dovevate neanche presentarvi allo scritto, potevate risparmiarvi la
mattinata perché sarebbe quasi inimmaginabile superare la prova.  Oppure
potevate sì venire a fare la prova, ma solo come esercizio, per vedere
fin dove arrivate.  Oppure per avere una valutazione sulla vostra
comprensione del testo "Relativizing".   O per vedere la vostra abilità a
mandare a memoria delle risposte in inglese prefabbricate su Byram, così 
da simulare uno che sappia l'inglese (ma in teoria la domanda su
"Relativizing" mi consentirà di vedere che era solo un apprezzabile
recita).  Insomma, siete venuti per una ragione personale vostra.  Ma non
con la pretesa di essere tra quelli che verranno promossi sul campo.

Altro discorso invece per la fascia intermedia.  Cioè per coloro che
hanno 5, 6, 7, 8 anni d'inglese alle spalle.  Non so quanti di loro
possono scrivere comprensibilmente su argomenti complessi come quelli di
"Relativizing".  Sicuramente un buon numero, però.  Allora, se hanno
scritto in modo comprensibile e hanno fatto vedere di aver capito
"Relativizing" e Byram, anche loro saranno promossi sul campo.  Magari
non con un 30, dipende da quanto è contorto il loro inglese, ma comunque
con un voto abbastanza buono per incoraggiarli a non presentarsi
all'orale per alzare il voto. Così avrò meno persone da interrogare. 

Questo del resto, ve l'ho detto più volte: il mio scopo nel fare lo
scritto era quello di individuare tutti gli studenti con capacità 
espressive decenti e promuoverli sul campo, per avere meno gente
all'orale.  Così, all'orale, posso concentrarmi su di te e su quelli con
pochi anni d'inglese alle spalle (o con diversi anni d'inglese alle
spalle ma fatti male, con docenti poco preparati, ecc.). 

Allora parliamo dell'orale.  Cosa faremo?

Il colloquio dovrà servire a stabilire se effettivamente avete capito
Byram (ecco la parte contenutistico -- se il vostro inglese è 
incomprensibile, useremo l'italiano).  bisogna sapere Byram perché è la
base (la "giustificazione ideologica") per il nostro lavoro l'anno
prossimo.  farete gli etnografi e i teatranti.

poi il colloquio dovrà servire per accertar e il vostro livello esatto
sul piano linguistico.  Poi decideremo quello che c'è da fare:

-- durante il prossimo anno accademico per arrivare ad un livello
minimamente funzionale per un laureato in comunicazione nella società 
della globalizzazione, e più immediatamente

-- da qui fino ad ottobre per mettervi in grado di seguire il nostro
corso l'anno prossimo, che sarà svolto tutto in inglese. 

A che livello sarà "tarato" il corso?

Lo deciderò appunto dopo i colloqui.  Il livello non può essere troppo
basso perché voglio che frequentino gli studenti con 8 e più anni
d'inglese alle spalle (né potrei sognare di escluderli e di concentrarmi
su di voi principianti, in quanto essi  costituiscano la stragrande
maggioranza degli studenti).  Quindi qualche sforzo dovrete probabilmente
fare da qui fino ad ottobre. 

in compenso, non intendo decidere un livello troppo alto nemmeno perché 
non è mia intenzione perdervi.  Dovreste metterci un po' di sforzi per
colmare IN PARTE il divario tra voi e la stragrande maggioranza, ecco
quello che vi chiederò. 

Che tipo di sforzi?  Scuole private costosissime?  Per i facoltosi
sarebbe una soluzione, ma non per tutti.  Corsi autodidattici?  Per
chiunque potrebbe essere una soluzione, a patto di essere
sufficientemente motivati (di questo parleremo all'orale).  Un viaggio in
GB per lavorare di giorno e studiare da autodidatta la sera?  (Questa è 
la soluzione migliore -- è, anzi, molto migliore di un soggiorno +
scuola di lingua!  e non vi fa spendere una lira: il lavoro paga
l'affitto.)  Questa soluzione potrebbe andar bene a quelli che si sono
decisi che ora è il momento d'imparare l'inglese bene, così potranno
affrontare un futuro lavorativo in maniera più serena.

E se uno non vuole doversi impegnare per colmare il divario? 

Se uno dice: non è colpa mai se mi hanno fatto studiare il francese a
scuola anziché l'inglese! 

Oppure non è giusto che io debba lavorare più di altri studenti!

Oppure, non è colpa mia se non riesco con le lingue.  Del resto io sono
italiano e voglio parlare la mia lingua!  Che gli altri l'imparino se
vogliono comunicare con me!  Perché gli sforzi li dobbiamo sempre fare
noi italiani???

Oppure, non è colpa mia se non reggo i popoli anglosassoni -- ma proprio
non li reggo, né loro né la loro lingua imperialista. 

(Anzi, uno potrebbe aggiungere, per dare maggiore valore a quest'ultimo
sfogo, che il corso di quest'anno è servito per capire bene che non puoi
imparare una lingua se non ti tuffi dentro culturalmente ed
esistenzialmente.  Perciò chi non regge un determinato popolo
difficilmente imparerà ad imitare i suoni di quel popolo.)

Ecco le questioni di fondo che non vengono mai discusse. 

Ebbene, se queste questioni vi riguardano, l'orale è il momento di far 
presente quello che pensate. 

Badate bene, io non faccio questo corso perché penso che tutti debbano
parlare l'inglese.  Anzi, per quanto mi riguarda personalmente, io mi
sono messo ad imparare le lingue proprio per NON dover parlare l'inglese.

Sono qui per essere utile a coloro che VOGLIONO imparare l'inglese,
perché dopo anni di studio penso di aver individuato (con altri
ricercatori nel mondo) le tecniche per superare le inevitabili
difficoltà.

Ma attenzione:  le difficoltà si possono superare, ma non la mancanza di
voglia di studiare.   Quella non va superata con metodi didattici bensì 
con un chiarimento sulle cause del rifiuto inconscio.  Un breve colloquio
all'orale è troppo poco per fare chiarezza ben bene, ma può essere un
inizio.

Ciao

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